“SECONDO ME”


Editoriale del 19 marzo 2013

Sfogliando gli elaborati di italiano, ho notato due vizi ricorrenti nella scrittura degli alunni sui quali vorrei richiamare l’attenzione dei docenti: la frequenza dell’uggioso inciso “secondo me” e l’abuso delle virgolette. Invito tutti gli insegnanti a considerarli entrambi errori blu. Già, per quanto ho letto, i compiti non brillano di idee originali, anzi sguazzano spesso nell’ovvietà. Trovarli gravati della squallida locuzione “secondo me” (esempio “la mafia, secondo me, è una brutta cosa”) rasenta la demenza. Peggio quando la formula si fa umilmente untuosa: “a mio modesto parere” (esempio “la droga, a mio modesto parere, fa male”) comunica una tristezza avvilente. Dal momento che questi orrorini sono firmati, è ovvio che le sanguinanti banalità che contengono sono a parere, davvero “modesto”, di chi li ha scritti e non “secondo” qualcun altro. Le virgolette poi vanno usate per le citazioni o i titoli: in ogni altro caso sono da evitare. Il loro impiego serve solo ad attenuare le imprecisioni di una lingua approssimativa (esempio “il cane ‘piangeva’ disperato”, perché non si riesce a scrivere ‘guaiva’) o ad ammorbidire certe asprezze, che tali devono rimanere (esempio “ho fatto una ‘figura di merda’”, ma se di merda era, le virgolette non la migliorano). E’ una questione di precisione e chiarezza: se incontro Mario, ma non ricordo come si chiama, non posso dirgli “Ciao, ‘Gino’” fra virgolette.

Fabio Canessa
(preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

da Amarcord (1973) di Federico Fellini con Magali Noël, Ciccio Ingrassia, Bruno Zanin, Pupella Maggio

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