Chi dice che di mamma ce n’è una sola non sa di te e della tua risata. Non sa del pentolino di ceramica laccata con i fiorellini gialli e viola e del sapore del latte prima di andare a dormire, della sedia nell’angolo nella cucina di nonna, del morbillo e della canotta a pois rossi. Chi l’ha detto non sa di te a mollo nell’acqua gelida che con la mano ci saluti a riva gridando “è bellissima”, del tè freddo sotto l’ombrellone, della bellezza di sentirsi bambine anche a quarant’anni con la merenda nella borsa frigo e la tua che era sempre più buona. Non sa della sicurezza calda di addormentarsi accanto a due madri che giocano a carte e parlano sottovoce in una notte estiva. Dell’odore dei panni appena stesi in cortile, del tuo respiro sul divano, dei tuoi occhi socchiusi contro il sole al mattino. Della camicia da notte profumata, del libro sul comodino, dell’immaginetta del santo, della borsetta gialla. Non sa dei semi di girasole da piantare con le tue nipotine, che sono diventate “le bambine” senza che noi bambine della prima generazione avessimo mai smesso di esserlo. Chi dice che di mamma ce n’è una sola non sa che alcuni hanno la fortuna di averne due, quasi identiche. Non sa del corridoio della tua casa, di battaglie, segreti di bambini e nascondigli. Non sa del tuo armadio e di quello della mia prima madre e dei vestiti uguali. Non sa dei fagiolini e delle albicocche e delle uova fresche, che il giovedì al mercato non si comprano perché li porti tu. Delle feste di carnevale nella casa di campagna, delle raccomandazioni prima di ogni partenza, dei saluti frettolosi, perché per le madri non c’è mai tempo quando si pensa che ci sia tutto il tempo. Non sa della fortuna di essere venuta al mondo quando al mondo c’eri già tu ad aspettarmi. Non sa dell’appartenenza che precede la memoria, delle domande rimaste sospese, della gratitudine tarda e inutile e smisurata, dell’amore che sopravvive alla piccola storia che siamo. Non sa che chi ha avuto due madri una volta ce le avrà sempre. Grazie Lella. Ovunque proteggi.
Eva Garau (Precaria di Aristan)
Chi dice che di mamma ce n’è una sola non sa che alcuni hanno la fortuna di averne due, quasi identiche (da PER SEMPRE DUE, editoriale di Eva Garau)