Ho 15 anni, sono nato a Firenze da genitori uzbechi venuti qui da Samarcanda. Ho sempre vissuto in Italia. Eppure secondo la legge non sono un cittadino italiano. È una concessione che potrò ottenere, se tutto va bene, dopo che avrò compiuto 18 anni. Per il momento sono uno che in Italia ci “soggiorna”.
Ma che cazzo di legge è? IO SONO ITALIANO!
L’Italia è le mie amicizie, i miei sogni. È tutta la mia infanzia. Ma chi credono di essere quelli che salgono su un barattolo e si permettono di negare questa verità assoluta!
A scuola, in letteratura italiana, sto studiando Dante, un mio antico concittadino. Lui di questo tipo di ingiustizie se ne intendeva e quei cazzoni li avrebbe sbattuti all’inferno. Sarebbero finiti nella quinta bolgia, tra i truffatori, a lessare nella pece bollente. Oppure nella nona, dove un diavolo con uno spadone fa a pezzi quelli che se la godono a creare casini… Anzi no, a pensarci bene credo che li avrebbe ricoperti con piaghe putride di lebbra e li avrebbe spediti nella decima bolgia, tra i falsari. Molto meglio.
Anche Michelangelo, un altro mio corregionale, si sarebbe vendicato alla grande. Il mese scorso siamo andati in gita a Roma e la prof di storia dell’arte ci ha portato a vedere il Giudizio Universale. Un’opera enorme, strepitosa. Michelangelo li avrebbe messi in basso, sulla destra, dove una specie di scafista con le orecchie a punta e gli occhi a palla caccia tutti dalla sua barca prendendoli a colpi di remo in testa.
Dante e Michelangelo sono fichissimi. La differenza tra me e i grandi artisti come loro è nella forza, nella fantasia, nell’eleganza. Loro sono oltre. Io, ad esempio, per quelli lì avrei pensato a una semplice scarica di calcinculo.
Filippo Martinez (italiano di 15 anni)
“Io sono italiano! L’Italia è le mie amicizie, i miei sogni. È tutta la mia infanzia. Ma chi credono di essere quelli che salgono su un barattolo e si permettono di negare questa verità assoluta!” – Da SONO NATO IN ITALIA, NEL TERZO PIANETA DEL SISTEMA SOLARE, IN MEZZO ALLA VIA LATTEA, ALLA PERIFERIA DI UN UNIVERSO – Editoriale di Filippo Martinez