Ci fu un tempo in cui si ascoltava un disco come si leggeva un libro, accomodandosi in casa e seguendo i testi del long playing in vinile che girava sulla puntina. Un rito quasi religioso, fatto di attenzione e ripetuti ascolti. Da oltre vent’anni macino cd su cd viaggiando in auto, cambiandoli frequentemente e seguendo i testi più distrattamente. Capita di rado che un cd rimanga nel lettore una settimana. Ora da più di un mese non riesco a staccarmi da “Love live peace” di Raphael Gualazzi, un disco strepitoso che regala l’insolita sensazione di essere stato inciso per me. Impossibile etichettarlo sotto un genere: Gualazzi compone, canta e suona per il piacere e lo stupore di comporre, cantare e suonare, attraversando con un eclettismo sbalorditivo, sia per la varietà che per la qualità dei brani, ogni genere musicale. Eppure la cifra stilistica è inconfondibile, così come l’omogeneità di una ispirazione felicissima. E’ così che dovrebbe essere, questo si richiede a un musicista. Non c’è una hit che emerga sulle altre, non c’è un pezzo brutto o inutile. Cantando ora in italiano ora in inglese ora in dialetto siciliano, ora con voce in falsetto, ora con un timbro graffiante da rocker, spazia dal soul alla canzone d’autore, dal funky al blues, dalla ballata al rockabilly, dalla bossa nova al folk, dal jazz alla disco music, dalla pizzica al mambo, con una spruzzata di New Orleans su tutto. Gualazzi fa riscoprire all’ascoltatore più smaliziato la gioia di una musica a 360 gradi senza paletti, idiosincrasie e pregiudizi. Ogni genere è quello giusto, se praticato con gusto ed eseguito con la passione e il talento di un musicista vero. Con un senso sublime dello swing, stratifica arrangiamenti sofisticati e complessi per chi li struttura che si sciolgono in melodie accattivanti e ritmi trascinanti per chi li ascolta, fino a comunicare ottimismo e divertimento a ogni tipo di pubblico, equidistante dall’uggia seriosa e dal pop evanescente. Mai viene voglia di saltare un pezzo, perché tutti avvolgono e convincono. E crescono a ogni ascolto. Capita spesso invece di tornare indietro per risentire “Lotta things” o “Buena fortuna”, “Mondello beach” o “Right to the dawn”, “L’estate di John Wayne” o “Pinzipo”. Per capirne il segreto e verificarne la tenuta dal vivo, sono appena andato a vedere un concerto di Gualazzi e ne sono uscito entusiasta. Gualazzi live serba tutta la freschezza della registrazione in studio, aggiungendo il piacere della cantabilità immediata, di una musicalità istintiva e coltivatissima. Non ve lo perdete, se capita dalle vostre parti. E compratevi il cd. Come dice il mio salumaio, poi mi rammenterete.
Fabio Canessa
(preside del liceo olistico “Quijote”)
da più di un mese non riesco a staccarmi da “Love live peace” di Raphael Gualazzi, un disco strepitoso che regala l’insolita sensazione di essere stato inciso per me
(da SORRISI E CANZONI, editoriale di Fabio Canessa)
Love live peace – video ufficiale