Tutti gli anni, all’inizio dell’autunno, l’Ufficio pesi e misure fa il punto sulla mortalità tra i cercatori di funghi. Sono notizie che non fanno rumore, ma nelle ultime settimane sono scomparse nei boschi italiani molte più persone di quante non ne muoiano nel mondo, in un intero anno, avvelenate dai funghi, sbranate da una tigre, attaccate da uno squalo, punte da un’ape. È così che abbiamo detto addio a Mirko N, Guido T, Piero S, Pippo T e a tanti altri, inghiottiti dal buio assieme al loro cestello di porcini. “Aspettavamo il nonno per l’ora di cena, invece non è arrivato”, ricorda Maria B: “Era uscito da solo all’alba, come tutti i giorni. E invece dopo lunghe ricerche abbiamo trovato solo il suo bastone da passeggio ma non il suo corpo”. Non sono solo ultraottantenni confusi quelli che si avventurano nella foresta, ma anche molti indigenti e nullafacenti più giovani. Scivolano in un burrone, perdono l’orientamento, cadono in un dirupo. Di fatto, Mirko N, Guido T, Piero S, Pippo T, il nonno di Maria B. e tanti altri, giovani o vecchi che fossero, hanno raggiunto il bosco e non hanno più fatto ritorno. Usciti dalla fiaba, vagano nell’Universo.
Marco Schintu (Ufficio pesi e misure di Aristan)
“Nelle ultime settimane sono scomparse nei boschi italiani molte più persone di quante non ne muoiano nel mondo, in un intero anno, avvelenate dai funghi, sbranate da una tigre, attaccate da uno squalo, punte da un’ape.”
Da TRAGEDIE TRA I CERCATORI DI FUNGHI (AUTUNNO 2021) – Editoriale di Marco Schintu (Ufficio pesi e misure di Aristan)