TURBANTE NUDITÀ


Editoriale del 29 gennaio 2016

Osservo le statue maestose di Persepoli.
In questa città del futuro di 2500 anni fa nudità, veli e turbanti convivevano nel moto unico della coscienza. Oggi scorro silenziosa col mio strascico nero cercando la libertà su queste colonne che svettano verso il cielo.
Sono slanciate come le gambe occidentali della donna che mi cammina accanto. Vive al di là della nostra porta di Ishtar ricostruita e lasciata per sempre a Berlino. Lei ride e balla ed emana un profumo buono e scatta foto alla sua bellezza.
Stringo il mio corpo avvolto. Provo a sentire il suo e a prendere le sue vesti.
Il vento sulla pelle sudata diventa un brivido. Respiro.
Ma rallento il sorriso occidentale. Non dimentico che qui la bocca dischiusa dell’eterea Taide ha plagiato Alessandro Magno tanto da far bruciare la città.
Sto sempre bene attenta alla mia bocca. Perché so che apre mondi misteriosi e ha il colore delle fiamme e può essere canto di Orfeo. E non voglio denudare le mie gambe e il seno. Affinché solo uno tra gli uomini sfogli i miei veli come petali di rosa.
E quando danzo desidero scoprire solo il ventre per mostrare la sacra cassa di risonanza del vivente. Con le onde dei mie capelli faccio promesse senza dare gli uni e le altre al vento.
E coi miei profumi converto gli istinti. Riprendo le mie vesti, stringo il mio corpo, è tutta la mia anima. Guardo quelle colonne verso il cielo slanciate come gambe occidentali.
Il segreto di Persepolis, città del futuro di molti mondi fa, è questa porta di maioliche e vetri smaltati.
Unisce gli opposti.
Saggezza, armonia.

Virginia Saba
(Autostoppista ad Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

Il trailer ufficiale in italiano del film di Marjane Satrapi

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