TUTTO UN AVANTI E INDIETRO


Editoriale del 19 dicembre 2017

In coincidenza con la stella cometa, le astronavi di Star Wars riempiono il cielo degli schemi cinematografici, in un rito che prevede il lento ma inesorabile ricambio generazionale: come nel presepio ogni anno manca qualche statuina e all’albero qualche palla, come il pranzo di Natale può essere immalinconito dalle sedie vuote di parenti scomparsi, così, in parallelo, la fortunata serie di George Lucas perde ogni dicembre qualche personaggio (per correttezza, non riveliamo a chi tocca stavolta): alcuni, come Harrison Ford, muoiono nella fiction, altri nella realtà, come Carrie Fisher alla quale è dedicato quest’ultimo capitolo. Un modo per rottamare i vecchi protagonisti e introdurne dei nuovi (in genere molto più anonimi dei precedenti) e stiracchiare all’infinito, tra molte lungaggini e qualche emozione, una saga che anche con “Gli ultimi jedi” (fatta salva la tecnica digitale di effetti speciali 3D sempre più perfetti) non deluderà i vecchi fans né entusiasmerà i neofiti, perché le botti sono nuove ma il vino è lo stesso. Eppure, per celebrare il quarantennale del primo film (che uscì appunto nel 1977), i piloti dello spazio continuano a sbancare il box office natalizio, guidando le loro astronavi al grido di “avanti tutta”. Contemporaneamente, in tv trionfa Renzo Arbore con il trentennale invece di “Indietro tutta” (20% di share!), mentre il cinepanettone 2017 è riciclato: “Super vacanze di Natale” infatti è solo un collage dei precedenti, per festeggiare i 35 anni della famigerata saga nostrana. Se ci aggiungiamo che il maggior incasso della stagione è il remake di un film di 43 anni fa, “Assassinio sull’Orient Express”, e l’evento cinematografico dell’anno è stato il (deludente) ritorno di “Blade runner”, a 35 anni dal primo film, è segno che viviamo davvero di replicanti. Un po’ mancano idee fresche, un po’ il pubblico mostra di preferire alle novità l’usato sicuro, che lo coccola con l’effetto nostalgia e ne titilla il gusto vintage. Viviamo talmente di fiction da impastarla indissolubilmente alla realtà e ci fa piacere ritrovare la principessa Leila e il Cacao Meravigliao, Boldi, De Sica e i replicanti. Soprattutto a Natale, quando la famiglia si riunisce e c’è posto anche per il cugino Luke Skywalker e le amanti Ragazze Coccodè. Siamo più affezionati a loro che ai cugini e alle amanti veri. Come dimostra il sintomatico equivoco del numero di cellulare di Rosy Abate, apparso in una puntata della serie “mafiosa” di Canale5 e subito digitato da centinaia di grullissimi spettatori, che hanno ricoperto di offese e minacce un pover’uomo di Domodossola a cui appartiene nella realtà quel numero telefonico. Evento tragicamente epocale, istruttivo per misurare quanto la sciagurata confusione mentale contemporanea misceli finzione e verità. Ma istruttivo anche per noi, finora incerti se Domodossola esistesse davvero o fosse un nome fittizio usato solo per lo spelling alfabetico. D come Domodossola. Buon Natale sia nella fiction che nella realtà.

Fabio Canessa
(Preside del Liceo Olistico Quijote)

i piloti dello spazio continuano a sbancare il box office natalizio, guidando le loro astronavi al grido di “avanti tutta”. Contemporaneamente, in tv trionfa Renzo Arbore con il trentennale invece di “Indietro tutta” (da TUTTO UN AVANTI E INDIETRO, editoriale di Fabio Canessa)

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