E’ come sparare sulla Croce Rossa, ma la nostra Croce è il Ministro della Pubblica Istruzione. Non è scandaloso che non sia laureata e neppure diplomata: bisognerebbe applaudire fino a spellarsi le mani un Ministro dell’Istruzione anche analfabeta il quale dichiarasse che, proprio per il fatto di essere analfabeta, capisce più degli altri il valore della scuola e si impegnerà con tutte le sue forze per sostenerla e rafforzarla. E’ scandaloso che abbia squallidamente mentito, scrivendo sul suo sito di essere diplomata (invece non ha mai sostenuto l’esame di maturità, avendo conseguito solo un triennio a indirizzo pedagogico) e laureata (men che meno). Una volta scoperta la bugia, ha fatto cancellare tutto e ha dato la colpa al suo assistente di avere scritto il falso. Ora conclude l’anno, come da tradizione, con i botti e i fuochi d’artificio. In un articolo da lei firmato per il Corriere della Sera la settimana scorsa ha pontificato sulla necessità dell’aggiornamento per gli insegnanti di storia, scrivendo così: “A proposito di costante aggiornamento, sarebbe opportuno che lo studio della Storia non si fermasse tra le pareti delle aule scolastiche ma prosegua anche lungo i percorsi professionali”. A parte la nebulosità dell’invito (che cazzo vorrà dire?), sarebbe opportuno che nella subordinata venisse usato il congiuntivo imperfetto “proseguisse”, e non quello presente “prosegua” (con il primo verbo c’era riuscita, ma all’arrivo del secondo non ce l’ha fatta), e sarebbe pure opportuno che la Fedeli invece si fermasse lei a lungo tra le pareti delle aule scolastiche, fossero pure quelle delle elementari. Anche stavolta, la ministra ha dichiarato che l’autore dell’errore è stato il suo portavoce. Imperterrita, ha insistito a sfracellare la grammatica italiana leggendo un suo intervento agli “Stati Generali” (così si chiamano, incuranti del ridicolo) “dell’Alternanza Scuola Lavoro”: “C’è il rafforzamento della formazione per i docenti che svolgono le funzioni di tutor dedicati all’Alternanza, perché offrono percorsi di assistenza sempre più migliori a studenti e studentesse”. Anche questo è un boomerang per l’alternanza, come l’altro per i misteriosi “percorsi professionali”: se dici “più migliori”, sarà il caso, per ora, di lasciar perdere il lavoro e concentrarsi sulla scuola. Anziché infierire sulla sciagurata, perché la colpa non è sua ma di chi l’ha messa in quel ruolo (come gridò sul palcoscenico Ettore Petrolini a uno spettatore che rumoreggiava dalla galleria del teatro: “Non ce l’ho con te, ma con quello che ti siede accanto perché non ti scaraventa in platea”), preferiamo rivolgere un pensiero a quel povero cristo dell’assistente portavoce della Fedeli, il colpevole della via crucis dell’italiano e delle tante figure di merda che infligge alla sua ministra. Si chiama Simone Collini ed è pronto, a ogni cazzata di lei, ad assumersene subito la responsabilità, facendosi passare per l’uomo più ignorante e cialtrone (ha taroccato il curriculum ministeriale) dell’Unione Europea. Pendant nostrano del protagonista di una serie di fortunati romanzi di Daniel Pennac: il parigino Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio. Per il Time ancora non sappiamo, ma per il Liceo Quijote è Simone Collini l’uomo dell’anno 2017. Gli auguriamo di cuore un 2018 sempre più migliore.
Fabio Canessa
(Preside del Liceo Olistico Quijote)
La ministra, imperterrita, ha insistito a sfracellare la grammatica italiana leggendo un suo intervento agli “Stati Generali” (così si chiamano, incuranti del ridicolo) “dell’Alternanza Scuola Lavoro”: “C’è il rafforzamento della formazione per i docenti che svolgono le funzioni di tutor dedicati all’Alternanza, perché offrono percorsi di assistenza sempre più migliori a studenti e studentesse”. (da UNA MINISTRA SEMPRE PIU’ PEGGIORE, editoriale di Fabio Canessa)
Politici e congiuntivi – da un servizio televisivo di La7