Quel giuoco del calcio che ha impreziosito la mia giovinezza è in agonia: corrotto dal denaro, stordito dall’ipocrisia, crocifisso dalla banalità è ormai un luogo ove gli inni di una nazionale avversaria vengono fischiati, i giocatori rilasciano stucchevoli interviste sempre uguali e gli ultrà usano la foto di una bambina uccisa per fare gli spiritosi. Un luogo ove è quasi naturale che un allenatore scadente, dopo una missione clamorosamente fallita, aspetti un calcio nel sedere da chi lo aveva scelto per levarsi dai piedi senza che quest’ultimo, a sua volta, venga sfiorato dall’idea di nascondersi. Il Calcio ormai non è più uno sport. Non c’è gioia, non c’è fantasia, ma soprattutto manca lo stile. Il dizionario Palazzi definisce lo stile (dal latino stilus) “comportarsi con eleganza”, e il poeta Charles Bukowski lo celebra con una poesia. Disturba se la ripropongo integralmente?
“Fare una cosa noiosa con stile è meglio che fare una cosa pericolosa senza stile. Fare una cosa pericolosa con stile è ciò che io chiamo arte. La corrida può essere arte. Boxare può essere arte. Amare può essere arte. Aprire una scatola di sardine può essere arte. Non molti hanno stile. Non molti possono mantenere lo stile. Ho visto cani con più stile degli uomini, sebbene non molti cani abbiano stile. I gatti ne hanno in abbondanza. Quando Hemingway si è fatto saltare le cervella con un fucile, quello era stile. Alcune persone ti insegnano lo stile. Giovanna d’Arco aveva stile. Giovanni il Battista. Gesù. Socrate. Cesare. García Lorca. In prigione ho conosciuto uomini con stile. Ho conosciuto più uomini con stile in prigione che fuori di prigione. Lo stile è una differenza, un modo di fare, un modo di esser fatto. Sei aironi tranquilli in uno specchio d’acqua, o tu, mentre esci dal bagno nuda senza vedermi”.
Filippo Martinez (Tragediografo di Aristan)
Il Calcio ormai non è più uno sport. Non c’è gioia, non c’è fantasia, ma soprattutto manca lo stile. Il dizionario Palazzi definisce lo stile (dal latino stilus) “comportarsi con eleganza”, e il poeta Charles Bukowski lo celebra con una poesia. (da UNA QUESTIONE DI STILE, editoriale di Filippo Martinez)
da Storie di ordinaria follia (1981) diretto da Marco Ferreri, con Ben Gazzara e Ornella Muti. Il titolo del film ricalca quello di una raccolta di racconti dello stesso Bukowski pubblicata nel 1972: Storie di Ordinaria follia. Erezioni Eiaculazioni Esibizioni.