Johan Trollman conobbe il barbarismo nel campo di concentramento di Wittenberge, grazie all’opuscolo clandestino “Il pugilatore nella Repubblica platonica” del filosofo cileno Jimenez Dejarramaria, funesto appassionato della nobile arte e protagonista di un editoriale reperibile nel nostro archivio. Trollman era nato a Wilsche (Bassa Sassonia) il 27 dicembre 1907, in una numerosa famiglia di etnia sinti. Zingari. Sul ring dall’età di 8 anni, allevato da un mister ebreo, diventa presto Rukelie, “Alberello”. Secco e nodoso combatte da medio o mediomassimo, la sua fronda ricciuta strappa sottovesti in quantità. È un esteta: anticipa di trent’anni la danza farfallina di Mohammed Ali. La sua ascesa fra le sedici corde è fulminea. Il 9 giugno 1933 Trollman incontra l’arianissimo Adolf Witt fra i fumi della birreria Bock di Berlino. Incrociano i guantoni per il titolo nazionale, sottratto al campione Erich Seelig, ebreo. Trollman gonfia Witt come una zampogna, ma la giuria è nazista e si esprime in un pareggio. La birreria insorge. Il verdetto viene ribaltato manu militari e Trollman è campione, fra le lacrime. Ma la federazione crucca non ci sta. A Trollman viene subito imposta una disfida contro il terribile e biondissimo Gustav Eder. Non solo, lo zingaro è costretto ad abbandonare la sua arte. Dovrà combattere senza spostarsi dal centro del ring, sul quale Trollman il 21 luglio sale con i capelli ossigenati e il corpo cosparso di farina, nella parodia dell’imbecillità razziale. Crollerà in uno sbuffo bianco alla quinta ripresa. Dopo avergli scassato la carriera il governo nazista procede con la famiglia, dispersa, e il corpo, sterilizzato ma capace ancora di combattere in Russia. Non basta essere carne da cannone, l’orrore è sempre progressivo. Arriva nel campo di concentramento di Wittenberge nel 1943, dove viene riconosciuto e obbligato a subire lo sparring degli aguzzini sostenuto da una ciotola di patate in più, che però bastano alla sua figura ormai vizza per stendere il kapò Emil Cornelius in un incontro epico. Pochi giorni dopo Cornelius si vendicherà uccidendo Trollman a badilate, mentre è chino sul lavoro. È il 9 febbraio. In un parco del quartiere di Kreuzberg, a Berlino, dal 2010 un ring vuoto ricorda il più grande atleta barbarico con un numero: 9841.
Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)
COGLI L’ATTIMO
da Io e la boxe (Battling Butler- 1926) diretto e interpretato da Buster Keaton