UNO STRACCETTO DI FELICITÀ


Editoriale del 10 maggio 2015

Con una certa crudeltà e un po’ di triste imbarazzo dobbiamo costatare che non c’è nessuna democrazia neppure nelle emozioni che governano la nostra vita, tutti i giorni. Alcune di esse sono fondamentali, irriducibili ad altro e supreme nel valore assoluto mentre altre, molte altre, sono periferiche e quasi ornamentali. Il problema non è solo viverle, fatto in se impossibile – purtroppo – per parecchi esseri umani, ma perlomeno riconoscerle e dar loro una priorità. Per identificare e quindi isolare, per esempio, la felicità, bisognerebbe imparare ad ascoltarsi attentamente, oppure proprio per niente. Sembra che, paradossalmente, concentrare o espandere la propria coscienza emotiva possa portarci allo stesso risultato, sebbene con percorsi molto diversi. Si tratta, ancora una volta, di decidere che cammino valga la pena intraprendere guidati da chissà quale mappa psiconautica. Prendiamo spunto dai bambini molto piccoli, ammiriamo come riescano a stare per delle ore incantati a giocare e “parlare” con uno straccetto di stoffa e quanto siano felici; poi riflettiamo su come ci siamo complicati la vita da quando eravamo come loro.

Luca Pani
(Psiconauta ad Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

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