UOMINI E FENICOTTERI


Editoriale del 21 febbraio 2013

Sono affranto dalla perdita di Monica, la mia controfigura, tanto che lo psichiatra mi ha dato un mese di malattia. Le quotidiane visite del professor Schintu, il meteorologo di Aristan, non mi tirano su, nonostante ogni volta mi canti una romanza pucciniana. Ieri, mentre lo ascoltavo: “O dolci baci o languide carezze…” pensavo che non vivrò mai le avventure di mio padre; me ne resi conto tempo fa, quando andai a visitarlo poco prima che morisse. Era molto vecchio, cieco, e credeva di essere un bambino. Indossava i calzoni corti di un vestitino alla marinara e spesso faceva i capricci; non ricordava il suo nome né il mio. Parlava pianissimo, anzi bisbigliava; dovetti incollare l’orecchio alla sua bocca per sentire:

“Ho volato negli stormi di fenicotteri sugli stagni fangosi;
ho visto gigantesche tartarughe marine deporre le uova sulle nostre spiagge
e squali antropofagi dar la caccia ai nostri pescatori.
Ho eretto fortezze di pietra impenetrabili all’uomo,
ma non ai demoni bruni venuti dal mare.
Mille volte ho procreato e mille volte sono morto di febbri palustri
per poi evaporare nel cielo di Aristan, insieme a tanti altri,
in forma di nuvola carica di pioggia.”

Pietro Serra
(Capitano medico, ambasciatore di Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

da Gli uccelli (1963) un film di Alfred Hitchcock con Jessica Tandy, Rod Taylor, Suzanne Pleshette, Tippi Hedren

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