Dopo l’irresistibile film di Alberto Sordi, era ormai una quarantina d’anni che “L’Espresso” non osava più titolare la sua copertina estiva “Le vacanze intelligenti”. Quest’anno l’ha fatto di nuovo, ma in chiave ironica, contro la Papeete Beach di Matteo Salvini. Noi invece saremo serissimi nel presentarvi una guida doc per un turismo nobilmente intellettuale, e dunque assai più avventuroso e appagante di quello familiar-balneare. A farci da Cicerone, nientepopodimeno che Friedrich Nietzsche, che usò a sua volta come baedeker il “Cicerone” di Jacob Burckhardt. Fu proprio il filosofo di Zarathustra a distinguere, in “Umano troppo umano”, cinque tipologie di turisti: i passivi, che “guardano senza vedere”, quelli che “vedono se stessi nel mondo”, quelli che ne “traggono qualche sensazione”, quelli che “ne portano con sé il ricordo” e infine coloro che riescono a “tradurre” nel loro mondo intellettuale le esperienze di viaggio, trasformandole in “azioni e opere”. E’ a questi ultimi che si rivolge un bellissimo saggio di un professore tedesco, Tilmann Buddensieg, che ripercorre “L’Italia di Nietzsche” (edito da Scheiwiller). Lo fa con un’attenzione maniacale al dettaglio, andando a ricercare tutte le abitazioni nelle quali il filosofo visse nel suo decennale soggiorno italiano, ripercorrendo con rigore i passi di questo turista d’eccezione a Napoli e a Sorrento, a Venezia e a Roma, a Firenze e a Pisa, fino alla catastrofe torinese. Così fornisce al lettore tutti gli elementi per programmare una vacanza in questi luoghi, per vedere quei medesimi paesaggi con gli occhi di Nietzsche, dimostrando inoltre quanto sia stretto il legame fra tali ambienti e lo sviluppo del suo pensiero, facendo spesso derivare direttamente le pagine delle opere dalle esperienze di viaggio, per l’appunto rielaborate concettualmente nel profondo della sua interiorità. Viene così smentita una vulgata, nata con Thomas Mann, che vuole il filosofo poco interessato all’estetica dell’arte e incline solo alla passione per la musica. Familiarizzando con le nostre città fino a dichiararsi cittadino di esse, Nietzsche viene seguito per le vie, i giardini e i palazzi del Belpaese: dal tramonto sul golfo di Napoli all’incontro con Mazzini sul Gottardo, dal cimitero genovese di Staglieno (il “più bello dei cimiteri del mondo” gli ispirerà due poesie) all’osteria Panada in calle San Marco a Venezia, dalla fontana del Tritone nella romana piazza Barberini a Palazzo Pitti di Firenze, fino all’esaltazione per la Mole Antonelliana di Torino, ogni tappa viene scandagliata attraverso illustrazioni d’epoca e una prosa cristallina di godibile leggibilità. Per cui il libro scorre come un buon romanzo e la figura di Nietzsche ne esce ulteriormente arricchita, per la profetica sensibilità con la quale coglie in anticipo le avanguardie architettoniche della modernità.
Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote di Aristan)
A farci da Cicerone, nientepopodimeno che Friedrich Nietzsche, che usò a sua volta come baedeker il “Cicerone” di Jacob Burckhardt.
Da IN VACANZA CON NIETZSCHE – Editoriale di Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote di Aristan)