Per arrivare al Terra di Mezzo del Mundus Immaginalis i mistici Persiani, la psicoanalisi (Junghiana) e il Training Autogeno (esercizi superiori) hanno suggerito rotte diverse. Tutte però concordano che per iniziare a vedere quello che non c’è bisogna concentrarsi nel punto in cui l’ultimo bagliore di luce diventa ombra e immaginare, a occhi chiusi, un colore pieno dopo l’altro.
Non si tratta di vedere o guardare realmente un colore, ma di evocarne prima la temperatura quindi la struttura, e infine la sua stessa essenza. Un colore dopo l’altro e con l’aiuto di suoni solidi come quelli delle meditazioni Zen per lasciarsi cadere nelle immagini che seguono. Non abbiamo un navigatore, non abbiamo un territorio da sorvolare e non ci sono mari, montagne, valli o foreste sebbene si tratti di un pianeta immenso.
Sdraiatevi dunque e provate a immaginare – con gli occhi chiusi – il vostro primo colore. Ricordate di non avere mai paura di perdervi perché è questo l’unico modo che avete per incontrarvi davvero.
Luca Pani
(Psiconauta ad Aristan)
COGLI L’ATTIMO
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