DAL 13 AL 16 DICEMBRE LA CITTÀ-STATO DI ARISTAN,
IN OCCASIONE DEL FESTIVAL LETTERARIO DI SANTU LUSSURGIU “A LIBRO APERTO”, GENERERÀ SETTE REICARNAZIONI
Sabato scorso si è concluso il primo anno del corso di Scienze della Felicità, ma la città-stato di Aristan (Stato forte e libero, stato mentale) è in grande fermento; dal prossimo giovedì 13 a domenica 16 dicembre, infatti, fluttuerà sulla bella Santu Lussurgiu impegnando una nutrita task-force di aristaniani in una missione affascinante: far reincarnare sette grandi che la banalità dell’anagrafe ha dichiarato morti. Tutto avverrà nella sala del Monte Granatico, al centro del paese, e l’ingresso sarà libero per tutti.
Gli incarnandi e il presentatore sono tutti docenti dell’università di Aristan.
Ecco l’introduzione e il programma:
SANTU LUSSURGIU 13 -16 dicembre 2012
SESTA EDIZIONE DEL FESTIVAL LETTERARIO “A LIBRO APERTO”: REINCARNAZIONI
Gli incarnandi e il presentatore sono tutti docenti dell’Università di Aristan.
COS’È “REINCARNAZIONI”
“La nostra vita, la vita di quasi tutti, è impreziosita dalla presenza di persone che amiamo, persone che ci hanno donato qualcosa di bello, qualcosa che ci ha reso più vasti. Spesso sono giunte a noi da altri tempi, le abbiamo incontrate senza poter bere con loro un bicchiere di vino, senza poter stringere loro la mano; e non c’è stato modo di ringraziarle. Bella parola “ringraziare”, vuol dire “rendere la Grazia”. Ebbene, a Santu Lussurgiu, dal 13 al 16 dicembre, in occasione del festival letterario “A libro aperto”, sette esseri umani “renderanno la Grazia” ad altri sette che la banalità dell’anagrafe dichiara morti. Non li ringrazieranno con un discorso celebrativo o una lettura dei loro testi; per un’ora perderanno la loro identità per ospitare affettuosamente quella dei loro prescelti. Ma attenzione, non faranno delle imitazioni, non si esibiranno in recite storico-agiografiche con ambientazioni in altri tempi e in altri spazi: semplicemente li reincarneranno. Saranno loro – tutto quello che di loro hanno assimilato – continuando a essere se stessi. E la complicità di chi vorrà assistere permetterà a questa “restituzione della Grazia” di diventare semplice, essenziale, discretissimo Teatro.”