Quando venerdì scorso, al mare, ho letto sul giornale del disegno di legge per estendere il diritto di voto ai sedicenni presentato dal governo britannico alla Camera dei Comuni, sotto l’ombrellone è scoppiato lo scandalo, e io e la mia amica proprietaria dell’ombrellone ci siamo scatenate in una serie di considerazioni (per lo più ovvietà) anti voto ai sedicenni: è una scelta opportunistica, pensata per far cassa, accumulare voti in un periodo di crescente astensionismo. Certo che vogliono dare il voto agli adolescenti, così si procurano un elettorato da manipolare facilmente! Ma come, sino a quattro anni fa qui da noi per eleggere i membri del Senato bisognava avere 25 anni e ora questi vogliamo dare il voto ai ragazzini? Ma se ci vogliono 18 di anni per guidare un’automobile! (in realtà nel Regno Unito ne bastano 17) Ma quale maturità o consapevolezza potranno avere dei pischelli di 16 anni?
Su questa considerazione mi sono bloccata perché ho pensato
in mente i miei zii Teresina e Pino di ottantasette e novantuno anni che continuano ad andare a votare perché sono, tutto sommato, sani e arzilli e perché il voto è per loro una conquista, un diritto irrinunciabile. In realtà i miei zii, oltre a non essere mai stati degli attenti osservatori del panorama politico, dalla metà degli anni ’90, dopo lo scioglimento del PC del MSI e la cessazione della DC, non sono più riusciti a orientarsi nella pletora di partiti e movimenti che nascono, muoiono, cambiano nome e simbolo; né sono riusciti a mettere a fuoco i sempre più inconsistenti e strampalati personaggi che si avvicendano sulla scena politica. E così da più di vent’anni Teresina e Pino hanno delegato le loro scelte politiche e si recano ai seggi con in tasca la fotocopia del simbolo del partito e con il nome del candidato scelti dalla figlia Sandra. Mia cugina, dal canto suo, sa perfettamente che ci sono non più di un 15% di possibilità che tra miopia, presbiopia e artrosi alle mani i genitori mettano la X sul simbolo o sul nome giusto.
Marianna Vitale (Spigolatrice di Aristan)
“Ma quale maturità o consapevolezza potranno avere dei pischelli di 16 anni?” Da NON HO L’ETÀ – Editoriale di Marianna Vitale (Spigolatrice di Aristan)



