SYN ALEXANDRO-PROLOGO


Editoriale del 19 maggio 2014

“Scrivi. Unificare Oriente e Occidente nel viaggio e nella battaglia non è fantasia né arroganza. La scissione, vedi, è verticale. È una fra le tante rappresentazioni degli opposti inconciliabili. Luce e oscurità sono palazzi che fanno diplomazia da millenni. Poi ci sono gli apolidi. Tu scrivi”, mi ha detto durante l’ultima seduta Benedetta Arcimboldi, psicologa junghiana in pensione che per tenere accesi i piccoli e profondi occhi neri applica sconti in favore dei folli squattrinati. Da settimane cavalco con Alessandro Magno e il suo esercito. Spalanco gli occhi al buio e rimango immobile, confuso e paralizzato dal fulgore della realtà appena abbandonata. I sogni possono durare per mesi interi. È sempre domenica, sono sempre le tre del mattino quando mi sveglio. Appena riesco accendo la lampada e trascrivo su un taccuino gli appunti presi al lume del braciere nelle stanze dorate della notte di Babilonia, o all’ombra di un drappo, nell’accampamento incendiato dal deserto afghano. Poca cosa è ciò che avanza di questo dramma strabiliante. Ho scritto dall’assedio di Alicarnasso e da Gordio, dalla polvere di Gaza e Damasco. Ho poggiato il capo stanco sul ruvido papiro ancora fresco d’inchiostro, cullato dal respiro vasto e invisibile del fiume Indo. In 12 anni ho percorso più di 20.000 chilometri. Ho visto un uomo diventare dio e stringere nel pugno le terre che ancora erano sconosciute all’umanità. Per Alessandro sono lo scriba “Kipiniaros”. Siamo partiti da Pella, Macedonia, nel maggio del 334 a.C. “Ti ordino di pensare e agire in modo degno della tua origine” ha detto la madre Olimpiade, carezzando il volto fanciullo di Alessandro alle porte della città, prima della partenza. Da lei, adoratrice di Dionisio e dei serpenti, scorre il sangue di Achille. Il polline dei cipressi turbina sopra il grande esercito ammassato quando suo figlio, poco più che ventenne, la bacia piano sulla bocca e dice: “Quando non avrò altri rivali, madre, sarò il rivale di me stesso”. Non l’avrebbe più rivista. “Alalalalai!” abbiamo ruggito in coro seguendo il pennacchio rosso dell’elmo, svettante sulla groppa di Bucèfalo, più nero di qualunque morte.

Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)

COGLI L’ATTIMO

 

da Alexander (2004) diretto da Oliver Stone con Colin Farrell, Angelina Jolie, Val Kilmer, Jared Leto, Anthony Hopkins e Jonathan Rhys-Meyers

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