ANTONANGELO LIORI SU ALBO VALDES: L’inferno secondo Albo Vades


Editoriale (bis) del 26 gennaio 2025

Dissi ad Albo:

“Il giorno in cui è morto, mio padre era moderatamente felice.

Almeno così ci parve dall’espressione serena del suo viso.

Ma non riuscirò mai a capire se quella serenità derivava dalla certezza di aver fatto    il suo dovere su questa terra o dalla gioia d’aver fregato quella vita che la malattia gli aveva reso ormai troppo dolorosa.                                                                          

Ma il giorno stesso in cui mi ha dolorosamente lasciato ho pensato che stavo andando via con lui. Perché ricordavo di come ogni notte, pur essendo semi analfabeta, recitasse a memoria a ogni figlio un brano dell’Inferno di Dante, spiegandocelo in sardo con metafore e simboli dei quali solo adesso capisco la profondità”.

Interruppe la fattura dello zabaione,

“Ci sono infiniti inferni, amico mio”. E spesso si confondono con infiniti paradisi, Ognuno si porta dentro il proprio inferno con sé. Ecco perché amo cucinare: perché credo che non esiste piacere del palato nella Geenna e quindi mi illudo di recuperare il paradiso in un cucchiaio”.

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