Il governo Monti ha il merito di aver raccolto e tentato di risollevare un Paese devastato dai timonieri che l’hanno preceduto. Mentre i politologi si affannano a dargli una pagella, c’è una materia in cui sicuramente affanna: la comunicazione. A scadenze fisse, giusto per far lievitare la tensione generale, c’è sempre qualcuno che se ne esce con un’intemerata. In principio si è cominciato con “il posto fisso, che noia” e per un pelo si è rischiato la rivoluzione, poi è toccato al ministro che ha lamentato l’attaccamento degli italiani a mamma papà e alla città dove sono nati. L’ultimo della serie, anzi il penultimo, è stato il sottosegretario che ha annunciato con spavalderia: chi non ha ancora una laurea a 28 anni è solo uno sfigato. Queste frasi, a pensarci bene, sono cartine di tornasole: segnano la distanza tra il popolo e i fantasmi che lo governano.
Giorgio Pisano
COGLI L’ATTIMO
da Un Due Tre con Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello