NON CHIEDERTI COSA UN NANO PUÒ FARE PER TE, CHIEDITI COSA PUOI FARE TU PER I NANI


Editoriale del 22 maggio 2015

“Signor presidente, vorrei che sapesse che cosa si prova quando si esce di casa e non si vedono più i nani da giardino”. Francia – aula di tribunale – la signora Tascal mostra ai giudici un pacchetto di ricette mediche: calmanti e antidepressivi. Si è ammalata da quando i nani hanno cominciato a sparire.
La lotta per la liberazione dei nani da giardino è diventata una faccenda seria in molti paesi del mondo. A Sydney ad esempio, un centinaio di nani trafugati, sono stati fissati con una colla potentissima sulle scalinate di una banca. Tutto questo, che fino all’altro ieri era per me solo un interessante argomento di conversazione, è diventato un problema quando ho ricevuto in redazione un magnifico regalo per il mio compleanno: due nani da giardino.
Dopo un primo momento di gioia, mi sono tornate in mente le parole dell’avvocato francese Bruno Dubour, abilissimo difensore dei ragazzi che avevano “liberato” i nani della signora Tascal: bisogna richiuderli in un giardino o lasciarli liberi nella foresta?
Domanda semplice ma dalle vaste implicazioni. Anche tragiche. Il 27 agosto 1998 Libération titolava: Onze nains de jardin retrouvés pendus. Appesi per il collo sotto un ponte nei pressi di Briey. Ai loro piedi c’era un biglietto: addio mondo crudele.

Piergiorgio Mulas
(Direttore di Ar Psicosomatica)

COGLI L’ATTIMO

 

da Il favoloso mondo di Amélie (2001) scritto e diretto da Jean-Pierre Jeunet ed interpretato da Audrey Tautou

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