I giornali hanno ribattezzato “Colle-gate” (ma potete scriverlo anche tutto attaccato) la guerra tra il presidente della Repubblica e la Procura di Palermo sulla trattativa Stato-mafia. D’accordo semplificare, d’accordo cercare un’immagine colorita ma Colle-gate è troppo. Colpa del padre di tutti gli scandali, il famoso Watergate, che riguardava il non compianto presidente americano Richard Nixon. Poi c’è stato l’Irangate e, per stare alle cose di casa nostra, il Rubygate, che prende il nome da una supposta (non in senso metaforico) nipote di Mubarak alle prese con una love-story pericolosamente importante. Colle-gate, però, è davvero troppo. Offende i puristi della lingua, la fantasia e l’intelligenza, il pressapochismo del giornalismo e l’ossessione da effetto speciale. Pare, chiedendo scusa, l’inutile permanenza dello stitico nell’apposita location.
Giorgio Pisano
COGLI L’ATTIMO
da Tutti gli uomini del presidente (All the President’s Men 1976) diretto da Alan J. Pakula con Robert Redford e Dustin Hoffmann