L’amico Psiconauta ci ha spiegato quanto siano diversi il cervello delle donne e quello degli uomini, auspicando un giorno la nascita del cervello perfetto, unione del maschile e femminile.
Nella Storia dell’arte la sintesi dei generi è stata celebrata innumerevoli volte: la mitologia ci racconta che la ninfa Salmace si innamorò di Ermafrodito, figlio di Ermes e Afrodite, ma, rifiutata, si avvinghiò a lui così forte da fondere il proprio corpo con il suo. Una sintesi perfetta, un Essere completo, rispettato da tutti gli Dei.
Lo splendido Ermafrodito Dormiente, opera romana del II sec, rimaneggiata dal Bernini nel 1620, corpo misterioso che trascende il rapporto uomo-donna, testimonia il desiderio degli esseri umani di andare oltre la dicotomia dei corpi, superarne l’aspetto sessuale, divenire creatura unica.
Ma attenzione, quell’essere indiviso nacque da un antagonismo, da un contrasto.
Gli uomini infatti hanno bisogno di contrapposizioni, di racchiudere in esse le infinite sfumature della realtà, della ragione e delle emozioni, del bene e del male, spingendole a forza in un universo fatto di dualismi: Terra/Cielo, Buio/Luce, Cuore/Ragione, Uomo/Donna.
Il Cuore vorrebbe che fossimo una cosa sola, ma la scienza, inesorabile, ci elenca le differenze, ossa, cervello, movimento, emozioni, spezzando per sempre la Divina convivenza degli Opposti. Non si può tornare indietro, ma non meravigliamoci del nostro anelito a rivivere l’originaria interezza dell’essere, condizione di equilibrio e completezza.
Non a caso l’Ermafrodito dorme, stanco di camminare tra esseri che non gli somigliano, e dormirà fino al giorno in cui Cuore e Ragione, smetteranno di sentirsi diversi.
Genny Pignataro Atzeni
(Rabdomante ad Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da Testa o croce (1982) diretto da Nanni Loy con Nino Manfredi e Leo Gullotta