Quando Tony Cinquetti ti consiglia un ristorante vai a colpo sicuro: il locale a fianco è quello giusto per te. Così, dopo aver letto il suo pezzo su “Franco, il Cozzaro Nero” ho deciso di sperimentare di persona i consigli di Luca Pani su lussuria e sublimazione e con Lei tirata da gara ho fatto il mio ingresso da “Il trattore rovesciato”. Ho prenotato con largo anticipo sia chiaro, un posticino come quello ha una lista d’attesa di mesi, ma una buona parola di Lecter apre tutte le porte. In effetti il locale aveva un suo perché, sglamour al punto giusto con reti da pesca giapponesi a drappeggiare la sala illuminata da ronzanti lampade al neon e pareti tappezzate di foto che ritraevano Gino, il trattore proprietario, con numerosi vip. Da Pino Donaggio a Paolo Villaggio, dal grande Eduardo al magico Silvan. Tutte appese a testa in giù. Tra le altre ce n’era una di Giorgio Caplan con dedica! Come non sentirsi a casa? E la cena è andata avanti alla grande. Cucina fusion con un sushi di maiale elettrizzante e un brodo di testa di cane parecchio al di sopra dell’eccellenza. Che dire: memorabile! Tutto perfetto? Quasi. Non so voi, ma io non ho ancora capito la ragione per cui in molti locali viene diffusa della musica a basso volume, un fastidioso rumore di sottofondo senza senso, peggio di una zanzara nervosa alle tre di notte in camera da letto. Non capisci chi canta, cosa suona e perché lo fa. Il trattore rovesciato: bocciato!
Gianni Stocchino
(Filmnauta di Stato)
COGLI L’ATTIMO
Rumore (1974 Lo Vecchio-Ferilli-Shapiro) cantato e ballato da Raffaella Carrà