Sul retro dell’edificio che ospita l’Archivio c’è un cortile appartato,
separato dal mondo esterno con alti muri di confine. Quando lo vidi la prima volta, mi risultò indifferente: un centinaio di metri quadrati in cui cresceva solo malva.
Vedevo il cortile sporadicamente, perché l’unico ambiente che vi si affaccia è interamente occupato dalla Donazione Peddis, i massi di un nuraghe smontato nel ‘700 e accumulati alla rinfusa: reperti che non invitano alla visita.
Però, una mattina di primavera, inseguendo un topo sorpreso a rosicchiare un prezioso incunabolo, mi ritrovai nella sala meno frequentata dell’Archivio. La luce della finestra sul cortile attirò il mio sguardo all’esterno: una miriade di farfalle nere volteggiava sopra una nuvola di fiori bianchi. Uscii fuori per immergermi in quella meraviglia e, da vicino, capii che la malva dai fiori bianchi e le pieridi dalle ali nere erano specie fino ad allora sconosciute. Dopo pochi giorni le farfalle morirono e la malva sfiorì. La primavera successiva, lo spettacolo si ripresentò.
Da allora, con cadenza annuale, vivo alcuni giorni di felicità periodica ed esclusiva.
Carlo M.G. Pettinau
(Archivista dell’Oblio)
COGLI L’ATTIMO
da Il giardino della felicità (The Blue Bird 1976) diretto da George Cukor con Elizabeth Taylor