Creature alate, unicorni e ippogrifi, esseri mutanti e chimere naturali. Cosa sarà mai che, appena s’invecchia un attimo, rende la vita più interessante quando differisce da indossare un’unica divisa di un omologo colore? Sarà che magari la rassicurazione di essere identici almeno a noi stessi in realtà non basta a evitarci di sperare di essere sempre diversi, simili a qualcun altro, a qualcos’altro? Sarà che la noia di essere ripetitivi rende monotono il presente e – a tratti – insopportabile il domani. Purtroppo però ci vuole una bella dose di coraggio e d’incoscienza per nuotare contro corrente e camminare sotto un diluvio di metamorfosi che personificano quel tipo d’idee che arrivano a meritare il nome di Azioni e da cui non abbiamo scampo e tantomeno riparo. Nonostante tutto appena scopriamo una parte di noi che era ignota, violando norme e regolamenti, il pensiero arriva in territori inesplorati, in quella lingua della Terra di Mezzo, sdraiata tra il dover essere e il voler diventare. Arriviamo a scoprire, ad esempio, che ci vuole molta disciplina, per essere indisciplinati; che ci vogliono mappe precise e rotte tracciate al millimetro per andare dove non si sa. L’altra metà di noi, quella che possiede pelliccia, corni e becco è nascosta da milioni di anni di polvere nucleare che ha precluso, ma non dimenticato, l’accesso a vaste regioni di DNA primordiale. Prendiamo dunque una flebile luce e immergiamoci nel pozzo del Tempo per scoprire che cosa ci ha tolto le ali e cosa ce le può far ricrescere ma, una volta che ci saremo riusciti, ricordiamoci di aprirle per ricominciare a volare.
Luca Pani
(Psiconauta ad Aristan)
COGLI L’ATTIMO
da Chimera (1968) diretto da Ettore Maria Fizzarotti. Con Gianni Morandi