Alla Camera dei Deputati sono tornati i “pianisti”, ossia quegli onorevoli che votano in nome e per conto di un collega assente. Durante una votazione sul riordino della Protezione civile, il presidente di turno s’è accorto della luce accesa su un posto desolatamente deserto: la scheda di riconoscimento era inserita ma il proprietario (Antonio Angelucci) non c’era. L’ha ritirata un commesso, votazione annullata. Fin qui la notizia. A colpire è che tutto questo accade mentre si moltiplicano i pulpiti dove si predica rigore, serietà, impegno. La furbata di Angelucci, assente-presente, è identica a quella di tanti altri suoi colleghi. Che hanno un nome, un cognome, una faccia da mostrare in pubblico. Possibile che nessuno di questi abbia mai sentito il dovere di chiedere scusa?
Giorgio Pisano
COGLI L’ATTIMO
da La leggenda del pianista sull’oceano (1998) diretto da Giuseppe Tornatore con Tim Roth