A Fulvia
Urlavi il tuo piacere
di stare in mezzo a noi,
quasi potessi bere
più nettare che puoi.
Tristezza era bandita,
non conoscevi noia:
felice della vita
distribuivi gioia.
Un giorno, sorridente,
guardasti verso l’alto
e un cielo sorprendente
ti fu propizio al salto.
Celeste era il sorriso
che ti allargava il cuore.
Così, nell’improvviso
impulso del tuo ardore,
dicesti alla tua Marta:
“Nel blu mi tuffo in volo,
sì, lascia che io parta,
nessuno resta solo”.
Felicità regali
sapevi di trovare.
Con un battito d’ali
fuggisti in un sol fare.
Sereni ti pensiamo
in un immenso gala.
Ma fra noi ti vediamo,
o cara Fulvia Guala.
Mauro Manunza
CIAO FULVIA