“Marcolino” è un undicenne che quotidianamente si prostituisce nelle vie del centro di Napoli.
Mi piacciono le ore sulla panchina con le ragazze, ci hanno sempre due righi di coca e mi raccontano le loro storie che sono molto divertenti o molto tristi. Io ormai li riconosco quando fanno il giro e si fermano e mi dicono di saltare su. Hanno quella cosa negli occhi che lo sai subito, tipo un cane da combattimento però calmo. Io non me lo ricordo quando papà mi ha detto di andare da Ramona e mamma stava nell’altra stanza e non diceva nulla. È Ramona che mi ha insegnato tutto: prima i soldi. Vasellina con l’indice, prima intorno poi dentro il culo. Sempre gentile e ridere e come si dice, ansimare un po’. Sempre il preservativo, anche per i pompini. Se ti vogliono venire addosso chiedi l’extra. Niente schifezze con piscio o merda. Sono gentili, sanno che c’è Alfredone che controlla tutto. E io li guardo gli altri bambini nella piazza che giocano con l’acqua o a pallone e mi sembra che ci sono due mondi a Napoli. E quando con la luce sento quell’ odore che sale dalle spalle penso che voglio morire. Ma poi la notte torno sempre sulla panchina, altrimenti Alfredone s’incazza.
Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)
COGLI L’ATTIMO
L’infanzia rapita: i ragazzini che si prostituiscono in strada a Napoli