Nell’Archivio dell’Oblio ci sono molte porte chiuse e sigillate, che nascondono gli ambienti destinati ad accogliere le donazioni più voluminose. La rottura dei sigilli di una porta chiusa da uno o più secoli è sempre una grande emozione; figuriamoci poi quando le porte da aprire una dopo l’altra sono cinque! quelle della Sala Esagonale. Per l’occasione erano presenti ben otto dei dieci Accademici Perduti, tutti coinvolti in un clima di festosa trepidazione. In un silenzio carico di attesa e tensione aprii il cofanetto conservato in Archivio da tre secoli e ne tirai fuori il contenuto: cinque antiche chiavi di bronzo. Con passo deciso (e solenne), seguito dagli altri Accademici, mi avvicinai alla prima delle cinque porte della Sala Esagonale. Rotti i sigilli, dovetti lavorare un bel po’ sulla serratura arrugginita, ma alla fine riuscii a spalancare la porta su una camera quadrata illuminata da un lucernaio a soffitto. La stanza conteneva alcune decine di massi basaltici rozzamente squadrati. Su una parete campeggiava una scritta: “Collezione di blocchi di nuraghi diroccati provenienti dall’altipiano di Paulilatino”. Di seguito riporto il breve elenco delle collezioni contenute nelle altre quattro camere aperte: 1200 tracce di animali selvatici (soprattutto impronte ed escrementi secchi); 3000 sassi a forma di pera; un centinaio di campioni di sabbie di fiumi della Polonia; “Arie di Sardegna” ( una copiosa collezione di bottigliette contenenti aria raccolta in varie località dell’isola).
Agli otto Accademici convenuti non restò che consolarsi con una passeggiata per le vie di Aristan e una pizza nel noto locale “Il pelo nell’uovo”.
Carlo M.G.Pettinau
(Archivista dell’Oblio)
Nell’Archivio dell’Oblio ci sono molte porte chiuse e sigillate, che nascondono gli ambienti destinati ad accogliere le donazioni più voluminose.
(da PORTE CHIUSE E PIZZE CONSOLATORIE editoriale di Carlo M.G. Pettinau)
Da Totò ciak in Tutto Totò del 1967 The Royals cantano Una porta chiusa
