POST SCRIPTUM: IL MIO MAESTRO


Editoriale del 27 giugno 2014

Il mio maestro Ludovico Geymonat ha insegnato a me e a tutti i suoi allievi a essere vigili e a tenere sempre gli occhi ben aperti per osservare al meglio ciò che ci circonda. Il mio maestro mi ha insegnato l’esercizio del pensiero critico, da usare come un bisturi affilato per analizzare la porzione di mondo che abitiamo e valutarne i tratti salienti. Il mio maestro mi ha insegnato il senso della realtà. Il mio maestro, però, era stato e continuava a sentirsi un partigiano, e non spingeva la sua costante attenzione per il reale fino al punto da essere succube nei suoi confronti. Aveva anzi imparato e ci aveva insegnato a combattere per una società migliore e più giusta. A volte, mentre discutevamo, chiudeva gli occhi. Sembrava che dormisse, e invece era in uno stato di dormiveglia. Quello stato di passaggio e di collegamento con la parte più profonda e autentica di noi stessi, una condizione mentale nella quale lo sguardo non si ferma a ciò che vediamo, ma lo attraversa per espandere l’esperienza e la conoscenza e immaginare un cambiamento. Quello stato nel quale l’immaginazione genera una potenza dinamica capace di retroagire sulla visione e di fare in modo, come dice Frith, che la nostra percezione del mondo diventi “una fantasia che coincide con la realtà”. Il mio maestro mi ha insegnato a capire ciò che intendeva Musil, quando scriveva che se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora, ci deve essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità, che si potrebbe definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe essere, e di non dare maggiore importanza a quello che è, che a quello che non è.

Silvano Tagliagambe
(Iconologo di Aristan)

COGLI L’ATTIMO

 

da Gigolò per caso (Fading Gigolo 2013), scritto, diretto e interpretato da John Turturro. Il manager Dan Bongo è Woody Allen

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