UN TAGLIO ALLA MODA


Editoriale del 9 maggio 2015

Tornano di moda i tagli alla Giambattista Bugatti, detto Mastro Titta. Non era uno coiffeur per signora, era un verniciatore di ombrelli che aveva bottega in una traversa di via della Conciliazione. Come secondo lavoro, adeguatamente mascherato, faceva il boia di Pio IX. Eseguì 516 condanne, tutte perfettamente descritte nelle sue Annotazioni. Prima di ogni esecuzione si confessava e faceva la comunione. Usava la ghigliottina ma era specializzato anche nella mazzolatura col maglio e nello squartamento. Ora capite perchè mi sono mai fidato completamente dei verniciatori di ombrelli?
Gli scienziati affermano che un uomo con la testa tagliata vive ancora per uno o due minuti, probabilmente abbastanza rilassanti dato che per il cervello sentirsi all’interno del proprio corpo è un compito gravoso vista la necessità di elaborare due distinte percezioni: quella relativa alla posizione in cui ci si trova e quella relativa al possesso del proprio corpo. Qualcosa di misterioso unisce Mastro Titta a Sergio Canavero, il neurochirurgo torinese pronto a praticare il primo trapianto di testa umana al mondo. Per l’intervento occorrono cento chirurghi, trentasei ore di sala operatoria e dodici milioni e mezzo di euro.
Tempo fa per la stessa operazione fu sufficiente un solo medico, un assistente gobbo e un vecchio maniero in Transilvania.

Piergiorgio Mulas
(Direttore di Ar Psicosomatica)

COGLI L’ATTIMO

 

dal Rugantino di Garinei e Giovannini la versione del 1978 con Aldo Fabrizi nel ruolo di Mastro Titta ed Enrico Montesano in quello di Rugantino

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