Evviva, arrivano le vacanze, aiuto! La vacanza è promessa di felicità: finalmente, dopo un anno di fatica e frustrazioni, di impegno e stress, un meritato periodo di riposo. Ci beccheremo i soliti servizi dei tg e i soliti articoli dei giornali a monitorare l’afflusso al mare, in montagna e nelle città d’arte, Roma e Milano che si spopolano e i turisti a rinfrescarsi i piedi nella fontana di Trevi e nella barcaccia di piazza di Spagna. File chilometriche ai caselli dell’autostrada, agli Uffizi e ai bagni delle località costiere. I figli tutti a imparare l’inglese in Inghilterra, in Irlanda e a Malta. Gli adulti alle Maldive, alle Seychelles e a Ibiza. Difficile stabilire chi di questi andrà incontro al destino più penoso. La famiglia al mare formata dal marito calvo, la moglie grassa e i figli maleducati e nevrotici? Gli studenti che, dopo aver dilapidato somme esagerate di euro, si ritroveranno il prossimo anno col debito in inglese? Gli pseudointellettuali delle vacanze intelligenti, fondate dall’Espresso e affondate da Alberto Sordi, che guadagneranno i piedi gonfi ma non distingueranno mai Simone Martini da Botticelli, Piero della Francesca da Giotto e Cosmè Tura dal madonnaro sotto casa? (Perché, diceva Luciano Bianciardi, ognuno vede quello che già sa, e se non sai nulla non vedi nulla). I giovani strafatti di alcool e fumo, rintronati dalla peggiore techno, in fregola di accoppiarsi con una poveretta che, se l’avessero incontrata nel loro quartiere, non avrebbero degnato di uno sguardo? Gli sfigati rimasti a casa a vedere i tg che intervistano gli automobilisti resi paranoici da un ingorgo? Vacanza, del resto, deriva dal latino “vacuum”, che significa vuoto. E il vuoto pneumatico invaderà le anime dei vacanzieri, lasciando loro in dotazione un esaurimento di nervi che solo il salvifico ritorno al lavoro potrà lenire a stento. In parte aveva ragione Alberto Moravia quando sosteneva che fare i soldi non è così difficile, il difficile è saperli spendere. Per quello ci vuole cultura. Che non significa avere studiato, ma sapere chi siamo e mantenersi fedeli a se stessi. La felicità puoi trovarla soltanto dentro la tua vita, non fuori. Il segreto sarebbe fare tutto l’anno un mestiere per cui ti pagano pure e che invece pagheresti tu per farlo. Il segreto sarebbe far lievitare la propria routine in un’avventura quotidiana, capace di divertirti, stupirti e regalarti quelle soddisfazioni che invano cercherai fuori di te e dai tuoi ritmi. Chi si è mai divertito l’ultimo dell’anno o a Ferragosto? Eppure, tutti gli anni ci caschiamo, affidando a delle date fittizie il potere magico di contenere di per sé la felicità. Siamo sfigati e scontenti, ma se entriamo nell’aura incantata della festa, ci ritroveremo catapultati in un’altra dimensione. Invece, se sei sfigato e scontento, porterai sfiga e scontentezza nell’involucro, vuoto per l’appunto, della vacanza. L’avevano capito benissimo Seneca e Francesco Petrarca. E Franz Schubert ne ha scritto la colonna sonora più struggente, componendo la Winterreise, il cui ritornello ripete “La felicità è là dove non sono io”.
Fabio Canessa
Chi si è mai divertito l’ultimo dell’anno o a Ferragosto? (da VUOTO PNEUMATICO – Editoriale di Fabio Canessa)
da Il sorpasso (1962) diretto da Dino Risi