FUGA ALL'INGLESE


Editoriale del 14 novembre 2016

fire dance

Vedi che il tempo passa anche sotto i sofà, e i colli rossi e i colletti blu di praterie e periferie eleggono imperatori i cialtroni, mentre negli alveari metropolitani si risolve con la pancia piena la fame nel mondo. Io con il caffè ho pensato alla Pastorale americana, e mi son chiesto se tutto fosse già bruciato nel napalm o tutto debba per sempre bruciare per Nerone. Dici che sono fuori dal tempo e che gioia allora questa cronaca infinita, quanta inappartenenza è necessaria per amare i vicini di casa come i gatti dell’infanzia. La storia è un incubo bello e buono e non resta che ballare appena si può, essere migliori per un attimo di questi corpi fessi e di queste galassie inutili. Che noia, che noia tremenda scrivere e scrivere storie che non sono vissute, che cancro per la bellezza, che indecenza tutto questo cianciare di chi ha voce. Guerra e danza sono sorelle e si arrangino gli ipocriti, uniti o distanti saremo così lontani, così lontani che saremo il vuoto e sentiremo così solo il ritmo del sangue, dei passi e della grazia.

Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)


La storia è un incubo bello e buono e non resta che ballare appena si può, essere migliori per un attimo di questi corpi fessi e di queste galassie inutili.
(da FUGA ALL’INGLESE editoriale di Luca Foschi)
Fuga all’inglese, di Paolo Conte

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