SUONALA ANCORA GLENN


Editoriale del 06 maggio 2016

Nacque Glenn Gould in un pezzo meschino di mondo, ottenendo da Dio in ingegno ciò che non gli aveva concesso in altezza. Diede colore ai suoni, per liberare nel cielo di Toronto un mosaico di nuvole multiformi: un Sol arancio, un Do blu, un Mi giallo come un limone. Per scorgere le sue note servono occhi socchiusi e un orecchio ingegnoso come quello dell’accordatore magico che un giorno incontrò il nano genio e il suo strano pianoforte nato nel 1941. Non li vide, il mago di note, ma percepì il miracolo nell’uno e nell’altro. D’altronde come avrebbe potuto suonare uno strumento grande un uomo così piccolo? E come avrebbe potuto da quel legno in quegli anni uscire un pianoforte e non una bara per la guerra? Lo Stainwaid Cd 318 trovò il maestro in uno scantinato trasformando in grazia la sua disperazione. E chiuse così la sua poesia in tasti ai quali arrivava allungando braccia di plastica magia. Lo portò Dio con sé. Suona fra gli angeli il concerto.
L’azzurro ora è il suo La.

Virginia Saba
(Autostoppista ad Aristan)

Per scorgere le sue note servono occhi socchiusi e un orecchio ingegnoso come quello dell’accordatore magico che un giorno incontrò il nano genio e il suo strano pianoforte nato nel 1941. Non li vide, il mago di note, ma percepì il miracolo nell’uno e nell’altro. D’altronde come avrebbe potuto suonare uno strumento grande un uomo così piccolo?
(da SUONALA ANCORA GLENN editoriale di Virginia Saba)
Glenn Gould e il suo piano

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