ANTIEDITORIALE


Editoriale del 11 settembre 2017

È una palese contraddizione in termini, ma come posso non condividere questo passaggio di Graham Greene, estratto da “Un americano tranquillo” e pensato da Fowler, cinico giornalista britannico infognato nella prima guerra vietnamita: “Non sarebbe meglio se non cercassimo di capire a tutti i costi, se accettassimo il fatto che nessun essere umano può davvero capire un altro, che una moglie non capisce il marito, un innamorato la sua amante, un genitore il figlio? Forse è per questo che gli uomini hanno inventato Dio, un essere capace di comprensione. Forse, se io volessi essere capito o farmi capire, finirei per convincermi stupidamente di possedere una fede. Ma sono un reporter; Dio esiste solo per chi scrive gli editoriali”. È tutto ciò che si deve sapere sul giornalismo, fatto di arcipelaghi di senso attraversati con mappe redatte da un bambino a caccia di tesori, sfere di cristallo esplose da ricomporre con lo sputo. È un’indicazione per l’accademia, da vicino le costruzioni teoriche si sciolgono in pozze di fango, i fatti stessi si assottigliano e svaniscono. È un timido suggerimento per la gloria del sentire, perdersi nella grande sinfonia significa ignorare le note. Ogni editoriale decente non può che essere un antieditoriale.

Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)

Ma sono un reporter; Dio esiste solo per chi scrive gli editoriali (da ANTIEDITORIALE, editoriale di Luca Foschi)

Bertrand Russell su Dio e religione

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