“Di cosa si tratta?”.
“Si tratta di uno dei manoscritti del Vangelo di Luca. Matteo e Luca hanno scritto qui i loro vangeli, da queste parti il greco era in contatto con l’aramaico, Gesù stesso parlava un dialetto aramaico. Sappiamo che nel Vangelo di Luca mancano alcuni versetti che riguardano l’agonia di Gesù nell’orto del Getsemani. Di fatto sulle ore passate nell’orto prima dell’esecuzione non sappiamo quasi nulla. Giovanni non ne parla. Matteo, Marco e Luca ci dicono solo che Gesù è molto triste; chiede agli apostoli che gli facciano compagnia ma loro si addormentano. Luca però – solo Luca – aggiunge un angelo che scende dal cielo per confortarlo, e non ci riesce. Luca dei quattro evangelisti è il più…scrittore: se ha messo in scena un angelo credo sia solo per creare il giusto prologo letterario al racconto del momento più intimo della passione. Ma quei versetti si son perduti. Sento che li troveremo in quella biblioteca di Damasco… Ma tu Filippo, queste cose le sai molto bene; una ventina di anni fa hai scritto un breve film su quelle ore perdute”.
“Sì, è intitolato ‘Cinque ore nell’orto’. Lo spunto me l’ha dato un verso di Rilke: ‘Dissero poi che un angelo discese. Un angelo? Perché? La notte scese. Triste notte qualunque, all’altre uguale’ ”.
“Ma l’hai poi girato questo film?”.
“Non ancora”.
“Perché?”.
“Perché voglio che don Vincenzo, il vecchio prete protagonista, sia Pino Porcu… e non voglio truccarlo. Sto aspettando che invecchi al punto giusto”.
“Quanti anni ha Pino?”.
“Ottantasei”.
“…Credo che potresti girare”.
Filippo Martinez
(tragediografo di Aristan)
“Di fatto sulle ore passate nell’orto prima dell’esecuzione non sappiamo quasi nulla. Giovanni non ne parla. Matteo, Marco e Luca ci dicono solo che Gesù è molto triste; chiede agli apostoli che gli facciano compagnia ma loro si addormentano….”
(da TRISTE NOTTE QUALUNQUE, ALL’ALTRE UGUALE di Filippo Martinez)
