LA LUNA TRAMONTA


Editoriale del 09 maggio 2016

the moon is down

Nei giorni in cui leggo “La luna tramonta” di Steinbeck il generale israeliano Yair Golan, con un discorso tenuto nelle sacre stanze dello Yad Vashem, ha disturbato il sonno popolare tracciando un parallelo fra il proprio paese e la Germania degli anni ’30. Non è cosa da poco in una società dominata dalla rimozione. Che una banda di visionari e i sopravvissuti all’Olocausto abbiano creato uno stato di apartheid per i legittimi abitanti palestinesi è la prova che tutto può accadere e tutto accadrà, nei secoli dei secoli. Il capolavoro di Steinbeck è un inno al diritto, all’inevitabilità della resistenza. Afferma stancamente il colonnello nazista Lanser: “Sono stanco delle persone che non ci sono mai state ma che sanno tutto della guerra”. Potrei sposare la sparata per vanteria, ma tutte le dinamiche di una guerra non sono che la vasta proiezione di episodi minimi, quotidiani. Donne, figli, lavoratori, periferie di città, regioni e continenti conoscono l’oppressione. Solo i morti e i fascisti pensano che non si debba combattere, solo gli idioti assumono che non si debba raccontare, ovunque si manifesti. Perfino Golan, alla fine, ha capito che “deve esistere una scintilla in tutti i piccoli uomini, pronta a esplodere in un incendio”.

Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)

Solo i morti e i fascisti pensano che non si debba combattere, solo gli idioti assumono che non si debba raccontare, ovunque si manifesti. Perfino Golan, alla fine, ha capito che “deve esistere una scintilla in tutti i piccoli uomini, pronta a esplodere in un incendio”.
(da LA LUNA TRAMONTA editoriale di Luca Foschi)
da La più bella coppia del mondo (1968) musicarello diretto da Camillo Mastrocinque I Ribelli cantano Pugni chiusi sul palco del Cantagiro 1967

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