SENZA PREGIUDIZI, SENZA MAZZETTE E SENZA PAURA


Editoriale del 24 maggio 2016

marco pannella

Marco Pannella è stato l’unico politico che sia riuscito ad appassionarmi. Per questo il partito che ho votato più volte è stato quello Radicale (di rado ho votato qualcun altro e talvolta, a malincuore, ho lasciato la scheda bianca). Così morale da mantenersi onesto e distante anni luce da qualsiasi sospetto di corruzione o tornaconto personale, e insieme l’opposto del moralista bacchettone e perbenista (l’antiproibizionismo è stato una costante della sua attività politica). Così spregiudicato nel senso etimologico del termine (cioè senza pregiudizi) da accettare come tesserato radicale qualsiasi cittadino iscritto anche a qualsiasi altro partito. Così appassionato e tenace in ogni battaglia per la libertà da promuovere a deputati brigatisti rossi (Toni Negri) e pornostar (Cicciolina), vittime della malagiustizia (Tortora, Sofri) e dropout di vario genere. Così legato all’arte e alla cultura da aver attratto nella sua orbita intellettuali come Pasolini e Sciascia, e insieme dotato di tale senso dello spettacolo da aver scardinato il linguaggio delle grigie tribune politiche con trovate memorabili (la mezz’ora di silenzio con i bavagli, il pacchetto di hascisc come dono in diretta tv), coinvolgendo tra i simpatizzanti Vasco Rossi e Celentano, Paolo Villaggio e Modugno. Così disinteressato al potere da aver cambiato l’Italia da una posizione di costante minoranza nell’elettorato del paese, grazie all’arma democratica del referendum e ai digiuni. Così libertario da essersi sempre battuto per i diritti degli ultimi, come i carcerati, e dei diversi, come i gay e gli emarginati, fregandosene del serbatoio di voti delle lobby elettoralmente più vantaggiose. Così aperto all’umanità e forte della propria identità da potersi alleare di volta in volta e senza snobismi schifiltosi con i pacifisti e Berlusconi, gli anticlericali e papa Wojtyla, i sostenitori dell’eutanasia e papa Francesco, al quale ha inviato l’ultima struggente lettera. Poco importa che, in qualche caso, non condividessi le sue idee (al referendum al quale il suo nome resta legato, votai contro l’aborto). Importante era la forma: la sua idea di politica così limpida e cristallina da smentire perfino il modello di politico, realistico e geniale, immortalato da Machiavelli. La sua scomparsa rende più chiusa l’aria che si respira in Italia e più ottusa l’anima della politica. In questo 2016 che sta spopolando in tutti i campi il nostro immaginario contemporaneo, da Umberto Eco a Lino Toffolo, il posto di Marco Pannella ci sembra quello per cui sarà più difficile trovare un rimpiazzo. Quello che più ci impoverisce, che ci fa sentire più orfani.

Fabio Canessa
preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan

Così legato all’arte e alla cultura da aver attratto nella sua orbita intellettuali come Pasolini e Sciascia, e insieme dotato di tale senso dello spettacolo da aver scardinato il linguaggio delle grigie tribune politiche con trovate memorabili
(da SENZA PREGIUDIZI, SENZA MAZZETTE E SENZA PAURA editoriale di Fabio Canessa)
SuperPannella – da un’intervista di Daniele Luttazzi a Marco Pannella nel programma tv Satyricon (2001)

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