Salmo 276 TANTO TUONÒ


Editoriale del 16 gennaio 2021

Tema: «Descrivete una passeggiata». Svolgimento: «Ieri babbo mio mi ha portato al monte. Tuonò, lampò, piosse. Quella sì che era un’acqua». Per chi avesse dubbi sull’autenticità dell’aneddoto, e per chi sa dov’è, il monte in questione era il Girgini, su «Toni ’e Girgini», per la precisione. Curioso: nel tema svolto il tuono viene ricordato prima del lampo. Come mai questa inversione dei tempi della realtà? Se ne potrà dedurre qualcosa? Forse. In ogni caso, proprio senza lampi di genio, certi tuoni di questi giorni confermano il proverbio che, aggiornato alla ‘limba’ del tema, suonerebbe «Tanto tuonò che “piosse”». È possibile illudersi che tutto dipenda dal “rumore” che facciamo. Tanto da far pensare a qualcuno che è possibile invertire le leggi della natura, e così aumentare i tuoni dicendo che lo scopo è quello di non far piovere. Ma anche la pioggia, a quanto pare, ha le sue leggi di natura, perché, filosofia confermando, anche se viene “dopo” i tuoni (post hoc), non viene a causa dei tuoni (propter hoc).

Curioso, Signore, che anche nel racconto del Monte Sinai i tuoni vengano prima dei lampi:
«Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi…» (Es 19,16).
Ancora più curioso, però, che al termine di tutto, tu dica:
«Voi stessi avete visto che vi ho parlato dal cielo!» (Es 20,22).
Vedere una parola? Ascolto e visione stessa cosa?
Miracolo raro di coerenza, Signore.
Miracolo di incarnazione?

Antonio Pinna (Salmista ad Aristan)

“Ma anche la pioggia, a quanto pare, ha le sue leggi di natura, perché, filosofia confermando, anche se viene “dopo” i tuoni (post hoc), non viene a causa dei tuoni (propter hoc).”
Da Salmo 276 TANTO TUONÒ – Editoriale di Antonio Pinna (Salmista ad Aristan)

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