Tornavo dal colloquio con i miei familiari portando un grosso pacco pieno di ogni ben di Dio.
“Beato tu che hai una famiglia”, mi disse Albo: “Vengono sempre a trovarti e ti portano un mucchio di leccornie”.
“La miglior leccornia – gli dissi mentre disponevo le cibarie a tavola – è l’affetto familiare”.
“Superiore all’amore c’è solo la libertà”.
“Beh… in assenza di libertà – commentai – l’amore supplisce”, e iniziai a divorare la salsiccia secca.
“E io che non ho affetti domestici?”, mi domandò.
“La finisci come questa salsiccia”, gli feci:” Stritolato da altrui mandibole”.
Andò a letto e mi voltò le spalle.
Io accesi la tv.
“Ehi – gli dissi – stanotte vediamo “C’è posta per te”, non sia mai che viene qualcuno a cercarti. Già mi immagino il postino della De Filippi davanti alla porta blindata che chiama il signor Valdes”.
“Professor Valdes – precisò con voce rotta dalle lacrime – professor Valdes”.
Capii d’aver esagerato.
“Albo, ti porto un pezzo di torrone?”.
Non rispose.


