SANREMO 2025, LA NOSTRA CLASSIFICA


Editoriale del 18 febbraio 2025

1.Lucio Corsi: Volevo essere un duro

2.Simone Cristicchi: Quando sarai piccola

3.Francesco Gabbani: Viva la vita

4.Brunori Sas: L’albero delle noci

5.Giorgia: La cura per me

6.Joan Thiele: Eco

7.Coma Cose: Cuoricini

8.Shablo: La mia parola

9.Willie Peyote: Grazie ma no grazie

10.Olly: Balorda nostalgia

Se le canzoni di Sanremo non ci hanno entusiasmato credo non sia colpa di Carlo Conti, il quale ha sostanzialmente confermato la linea di Amadeus (che era però leggermente più avanti) nel dare un colpo al cerchio dei giovani e uno al bastone dei vecchi, ma che sia colpa dei tempi: questo insomma sembra essere quello che passa il convento della musica leggera nel 2025. Tra i reduci di “Amici” omologati da brani troppo simili o poco riusciti (Elodie e Irama) e le vecchie botti dalle quali non esce vino nuovo (Marcella Bella e Massimo Ranieri), i migliori si sono rivelati i nuovi cantautori, capaci di cantare cose importanti con testi di qualità, musiche ispirate e voce felicemente libera dall’autotune, artisti che un tempo avrebbero snobbato il Festival o ne sarebbero stati snobbati e oggi invece si sono insediati ai primissimi posti: su tutti il marziano Lucio Corsi (il suo magico duetto con Topo Gigio è una geniale fiaba musical che tra cinquant’anni passerà a “Techetechetè”), l’emozionante Simone Cristicchi (criticato solo da chi ha paura di commuoversi), lo straordinario Francesco Gabbani (con un inno alla gioia di essere al mondo di felice italianissima cantabilità, a bilanciare le lagne malinconoiose) e l’ottimo Brunori Sas (insieme colto e popolare, sofisticato e di presa immediata, sensibile e leggero). Sta ai gusti di ognuno preferire l’uno o l’altro, ma loro quattro rimarranno nel tempo. Giorgia è la migliore cantante dopo Mina, ma la sua canzone così così ci piace meno di quella della sottovalutata Joan Thiele. Il vincitore Olly non è male ma non ci spelleremmo le mani dagli applausi, Achille Lauro e Fedez ci stanno molto simpatici come personaggi purché non li ascoltiamo cantare: meglio allora il tormentone un po’ uggioso ma intelligente dei Coma Cose, l’hip hop venato di black music di Shablo e l’ironia di Willie Peyote. Nessuno può contendere la maglia nera al disarmante Tony Effe, che sarebbe improprio definire cantante e infatti aveva la voce poco convinta di chi si unisce al coro solo perché gli amici insistono e l’aria di chi si trova a disagio in quel contesto.   

Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote di Aristan)   

“…Lo straordinario Francesco Gabbani (con un inno alla gioia di essere al mondo di felice italianissima cantabilità, a bilanciare le lagne malinconoiose)” Da SANREMO 2025, LA NOSTRA CLASSIFICA – Editoriale di Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote di Aristan)   


Archivio Editoriali e film

  • MANIFESTO DI ARISTAN


    ANTEPRIMA
  • PROMO ARISTAN ROBERTO PEDICINI


  • INNO


  • IL TEMPO DEI TOPI DI FOGNA


  • CIAO NADIA


  •  

     

    Università di Aristan