FRANKENSTEIN: TRA IL LIBRO E IL FILM È PEGGIO LA CRITICA


Editoriale dl 28 ottobre 2025

È appena uscito un nuovo “Frankenstein”, per la regia di un maestro come Guillermo Del Toro. Le numerose e ampie recensioni della critica vanno, com’è giusto, dall’elogio sperticato all’apprezzamento con riserva fino a un giudizio piuttosto tiepido. Ma tutte concordano su un punto: la fedeltà al romanzo di Mary Shelley da cui è tratto. E che, evidentemente, i critici non hanno letto, perché Del Toro si è solo vagamente ispirato al libro e sono talmente tante le variazioni, le omissioni e le interpretazioni di un film tutt’altro che fedele, anzi, tratto molto molto liberamente dal romanzo, che l’elenco sarebbe troppo lungo: basti dire che il film è ambientato cento anni dopo rispetto al testo, il padre dello scienziato, bravissimo uomo nel libro, diventa una carogna violenta che mina la personalità del figlio, il fratello William che muore bambino qui cresce e sposa Elizabeth, che nel libro è invece la moglie del protagonista, mentre l’amico Henry, importante comprimario del protagonista, non c’è proprio. Sono solo alcuni esempi dello stravolgimento operato dal regista, e mi fermo qui per non rivelare i profondi cambiamenti degli sviluppi della trama e del finale. Stravolgimento del tutto legittimo, perché l’autonomia della trasposizione cinematografica rispetto all’origine letteraria è sacrosanta, e i film più fedeli alla scrittura sono, nella maggior parte dei casi, fiacche illustrazioni del testo. Non si pretende che i critici cinematografici leggano tutti i romanzi dei film che recensiscono, però a “Frankenstein”, da cui sono stati tratti, dagli anni Trenta del secolo scorso a oggi, una cinquantina di film (un centinaio se si contano anche i sequel e le parodie), un’occhiata sarebbe il caso che la dessero. Oppure stiano zitti e non pretendano di sdottorare sulla fedeltà o meno del film alla pagina scritta, limitandosi magari a ripetere la frase logora che disse Luciano Bianciardi quando gli chiesero se gli era piaciuto “La Bibbia” di John Huston: “Era meglio il libro”.

Fabio Canessa (preside del Liceo Olistico Quijote di Aristan)

“È appena uscito un nuovo “Frankenstein”, per la regia di un maestro come Guillermo Del Toro. Le numerose e ampie recensioni della critica vanno, com’è giusto, dall’elogio sperticato all’apprezzamento con riserva fino a un giudizio piuttosto tiepido.” Da FRANKENSTEIN: TRA IL LIBRO E IL FILM È PEGGIO LA CRITICA – Editoriale di Fabio Canessa (preside del Liceo Olistico Quijote di Aristan)

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