A giorni devo fare la pet.
La quale mi dirà se le metastasi del mediastino si sono risvegliate o se invece ancora dormicchiamo.
Nella prima ipotesi me ne andrei in poco tempo.
Nella seconda avrò rinviato di qualche tempo.
Faccio gli scongiuri e un po’ di rosari.
Andarmene non è per me così drammatico: ho vissuto intensamente ed è come se avessi 300 anni.
Mia figlia se ne farà una ragione.
Mio nipotino ogni tanto guarderà le mie foto.
L’unica preoccupazione seria è per mamma.
Che non sa usare il bancomat.
Che non sa guidare.
Che non sa pagarsi le bollette.
Che ormai si è abituata a vedermi tutti i giorni e a pranzare con me.
È vecchia, e ormai affanna quando cammina.
Mio fratello ha la sua famiglia e mamma non ama il frastuono.
Ho riflettuto molto in questi giorni: il problema di chi va è di chi resta.
Solo che tutti si arrangiano.
Tutti, fuorché mamma.
Per lei la vedo abbastanza dura.
Se non mi sente bussare alla sua porta che farà?
Quando avrà bisogno di aglio o di cipolle, che farà?
Ha problemi di masticazione: chi gli porterà la carne tenera?
E i meloni più dolci?
E l’uva più saporita?
E il dramma dei finocchi? Occorre portarle i finocchi tondi perché se sono ovoidali pianta una grana mica da ridere
Per chi si preoccuperà in modo ossessivo se non per me?
Gran pasticcio, in effetti. Proprio un gran pasticcio.
“Tranquillo”, ha detto quel gran gentiluomo di mio fratello: “Ci sono io”.
Ma io tranquillo non sono.
Con l’età mamma è diventata molto complicata.
Nel latte non mette zucchero ma solo miele di eucaliptus e ne vuole un cucchiaino e una puntina.
Poi vuole i savoiardi sardi ma non devono essere troppo friabili, perché altrimenti non riesce a inzupparli.
Dopo cena si appisola sul divano e se non la svegli per invitarla ad andare a letto corre il rischio di dormire lì con grande danno per la sua schiena.
Di notte chi entra due e tre volte a casa sua per ascoltare dalla porta della sua camera se respira?
E alle 4 del mattino, in inverno, chi va da lei per accenderle il fuoco?
Perché alle sei si sveglia e mica può trafficare in cucina al freddo.
La pompa di calore non la accende: dice che le fa male alla gola. Vuole riscaldarsi al fuoco del camino.
E poi chi sopporterà quell’ora di brontolio quotidiano?
No, caro fratello, non sono tranquillo per niente.
Ora preparo un vademecum.
“Come trattare mamma quando non ci sarò più”.
Ma sono dannatamente preoccupato.
Antonangelo Liori (Pastore di Aristan)
“Per lei la vedo abbastanza dura.
Se non mi sente bussare alla sua porta che farà?” Da CHISSÀ CHE FARÀ MAMMA – Editoriale di Antonangelo Liori (Pastore di Aristan)



