È la notte tra domenica 19 e lunedì 20 ottobre 2025, passeggio per Praga con Guillaume Apollinaire e il vecchio Isaac Laquedem, l’Ebreo Errante. Siamo dentro il bellissimo racconto di Guillaume intitolato “Il passante di Praga”.
“Credevo che lei non esistesse. Pensavo che la sua leggenda simboleggiasse tutta la razza errante” dice Guillaume, mentre sul ponte Karlsbrücke attraversiamo la Moldava. “È vero”, risponde il vecchio, “ma non parliamone. Sono abituato a questa vita senza fine e senza sosta. Giacché non dormo mai. Cammino senza tregua e continuerò a camminare anche quando si manifesteranno i Quindici Segni del Giudizio Universale”. Io, da lettore, mi limito ad ascoltare la loro conversazione.
Il nome completo di Guillaume è Wilhelm Albert Wlodzimierz Apollinaris de Waż-Kostrowicki; anche Isaac ha molti nomi: Ahasver, Buttadeus, Boudedeo, Karthaphilos, Juan Espéra-en-Dios… Io ne ho solo tre: Filippo, Antonio e Vincenzo, ma ciò non mi crea alcun complesso di inferiorità.
Guillaume è morto a Parigi il 9 novembre 1918, a 38 anni, di influenza Spagnola, il Covid-19 dell’epoca; Isaac è contemporaneo di Gesù ed è relativamente immortale; io ho annunciato la mia morte indidascalica il 20 luglio del 2001 e da allora sono postumo, dunque anch’io relativamente immortale. E comunque, a pensarci bene, non posso credere nemmeno alla morte di Guillaume dal momento che adesso è qui con noi.
Resta il problema del luogo: siamo a Praga o, come dice il mio smartphone, a Oristano? Oppure siamo dove voi adesso state leggendo queste parole?
Un bel casino.
Filippo Martinez (Postumo)
“Isaac è stato chiamato con molti nomi: Ahasver, Buttadeus, Boudedeo, Karthaphilos, Juan Espéra-en-Dios…” Da IO, GUILLAUME E ISAAC – Editoriale di Filippo Martinez (Postumo)



