LA SCUOLA E LA VITA


Editoriale del 31 maggio 2016

la scuola e la vita

“Ciò che va sotto il nome di scuola ha abdicato allo spirito scolastico, a vantaggio dello spirito vitale. Lo spirito scolastico quasi non osa più essere quello che è. I maestri, tutti quanti, vorrebbero essere non già semplici maestri, ma piuttosto maestri di vita. Rifuggono dall’affrontare la vita in senso scolastico; quest’ultima però non ci guadagna, a quanto pare, un granché; anzi, forse ci scapita pure. Le scuole hanno cominciato, in certo senso, a blandire la vita. Ma come la mettiamo se la vita, in fondo, di queste blandizie scolastiche non vuole poi saperne molto? Le smancerie, infatti, suscitano il più delle volte tutta la nostra ripulsa. La vita non ha nessuna voglia di sentirsi dire a ogni piè sospinto quanto sia simpatica, cara, bella, incantevole, grandiosa, sublime. La scuola si mette dunque al servizio della vita, le viene incontro in un modo quasi sempre spudoratamente amichevole, e potrebbe darsi che, proprio perciò, la vita sia divenuta recalcitrante, riottosa, che rifiuti tali servigi, sentendo di venir disonorata da simili favori. La vita dice: ‘Non ho alcun bisogno del vostro sollecito aiuto, badate ai casi vostri’, e io penso che abbia ragione: la scuola deve badare a se stessa, la scuola deve badare a essere solo e soltanto scuola, da ogni punto di vista. La vita, infatti, sin dalle origini ha un’originalità sua propria, un suo originale scopo, assolutamente arduo da spiegare. La scuola non ha il compito di capire la vita e di includerla nei suoi ammaestramenti. All’ammaestramento per la vita bada già la vita in sé e non si fa di certo attendere. Se la scuola si mette al servizio di se stessa, se educa i giovani esclusivamente nel proprio spirito, allora la vita troverà questi giovani molto più interessanti, e forse li porterà in palmo di mano e li metterà a parte di un maggior numero di ricchezze vitali. La vita, a sua volta, vuole infatti educare nel proprio spirito chi esce dalla scuola. Ma se i giovani già a scuola sono stati istruiti nello spirito della vita, la vita troverà più tardi tutto ciò assai noioso. Sbadiglierà dicendo: ‘Lasciatemi dormire. Mi avete sottratto il compito. I giovani sanno già tutto. Cosa mi resta da fare? Questi, sulla vita, la sanno più lunga di me’. Poi tutto si muove, eppure resta fermo ed è come in sogno”. Questo brano, così profetico, fu scritto nel 1925 da Robert Walser nel suo romanzo “Il brigante”, mai pubblicato in vita e oggi ritrovato e tradotto in Italia da Adelphi. Vergato a lapis su un fogliettino con grafia piccolissima di ardua decifrazione, novant’anni dopo, battuto sulla tastiera e inviato via Internet, è perfetto come attualissimo editoriale del Liceo Quijote 2016.

Fabio Canessa
(preside del Quijote, Liceo Olistico di Aristan)

La scuola non ha il compito di capire la vita e di includerla nei suoi ammaestramenti. All’ammaestramento per la vita bada già
la vita in sé e non si fa di certo attendere 
(da LA SCUOLA E LA VITA editoriale di Fabio Canessa)
da Will Hunting – Genio ribelle (1997) diretto da Gus Van Sant e interpretato da Matt Damon e Ben Affleck

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