TUTTA LA BELLEZZA DEL MONDO


Editoriale del 3 novembre 2025

C’è un solo modo per non essere travolti dagli orrori che in questo momento stanno circondandoci ed è cercare dentro di noi tutta la bellezza possibile. Un esercizio che richiede la massima concentrazione. Per renderlo un po’ più facile, però, possiamo accogliere l’invito di quei colleghi umani che talvolta chiamiamo “artisti” (anche se non tutti quelli che chiamiamo artisti sono tali) i quali, avendo trovato la bellezza, hanno voluto condividerla (il filologo Erich Auerbach ha espresso questo concetto con una frase illuminante: «Ciò che noi in un’opera comprendiamo e amiamo è l’esistenza di un uomo, una possibilità di noi stessi»).

A questo proposito vi informo che è appena entrato in commercio il volume più bello, più leggero ma anche più profondo che abbia mai letto sul senso dell’arte. Il titolo è “Tutta la bellezza del mondo” (Solferino editore, 18 euro) e l’autore si chiama Patrick Bringley, un giovane al suo primo libro.

Nel 2008 Patrick aveva 25 anni, si era appena laureato e già lavorava all’ufficio eventi della prestigiosa rivista “The New Yorker”, la sua vita dunque si apriva a una brillante carriera quando Tom – il suo amatissimo fratello maggiore – morì, e all’improvviso tutti i suoi progetti saltarono in aria. La sua stessa esistenza sembrò svuotarsi di ogni senso.

Ma Patrick seppe reagire, e lo fece in un modo che, se osservato con superficialità, potrebbe sembrare una fuga ma che, al contrario, era l’inizio di un lungo viaggio dentro di sé. Un viaggio meraviglioso che avrebbe reso la sua vita più vasta e molto più ricca.

Superò una selezione e venne assunto al Metropolitan Museum of Art di New York diventando così uno dei 500 guardiani (il Metropolitan si sviluppa su un milione di metri quadri e la sola collezione permanente espone oltre due milioni di pezzi, il più antico è un’ascia del 300.000 a.C.) e per dieci anni si abbandonò alla contemplazione delle meraviglie che lo circondavano. Una contemplazione lucida e appassionata che poi sarebbe diventata la materia del suo libro.

«Le mattine sono pervase da un religioso silenzio. Arrivo in postazione circa mezz’ora prima dell’apertura, neanche una voce a riportarmi sulla terra. Siamo soltanto io e i Rembrandt. Io e i Botticelli. Io e questi fantasmi così vividi che quasi mi convinco siano in carne e ossa».

“Tutta la bellezza del mondo” è esso stesso un’opera d’arte e, che siate esperti o totalmente inesperti della materia, se lo leggerete mi ringrazierete.

Filippo Martinez (Benaugurante)

“C’è un solo modo per non essere travolti dagli orrori che in questo momento stanno circondandoci ed è cercare dentro di noi tutta la bellezza possibile. Un esercizio che richiede la massima concentrazione.” Da TUTTA LA BELLEZZA DEL MONDO – Editoriale di Filippo Martinez (Benaugurante)

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