UNA NONNA È PER SEMPRE


Editoriale del 13 novembre 2025

Il ricordo di mia nonna Matilde si faceva sempre più sfumato, ormai non andava oltre una passata di pomodoro, una marmellata, i fornelli di una cucina in disordine, i piatti sporchi. Credeva nella vita eterna, mi insegnò a non avere fretta. Il giorno che morì- io facevo il servizio militare – la salsa di pomodoro che aveva messo sul fuoco quando ero bambino non era ancora scura e densa come l’avrebbe voluta.

Qualche traccia deve averla pur lasciata, ho pensato. Così, rovistando in cantina, ho trovato qualche barattolo di marmellata: tutti con la muffa, da tutti si sprigionavano i suoi odori e i suoi afrori. “More di rovo”, “Arance amare”, “Albicocche della pianta storta”, “Fichi spaccati”. C’era mia nonna in ognuno di quei vasetti, credo anche di sapere come ci sia finita dentro: ha perso capelli, si è desquamata, ha starnutito, ha versato sudore e lacrime, direi anche sangue se non sembrasse eccessivo. Si alzava all’alba per lavorare in campagna la poveretta.

Quella marmellata è meglio delle sue ceneri, è più viva delle sue ceneri. Ho trasferito i barattoli nella dispensa. Ho solo aggiunto un’altra etichetta: “Nonna Matilde”.

Marco Schintu (Ufficio Pesi e Misure di Aristan)

“Il ricordo di mia nonna Matilde si faceva sempre più sfumato, ormai non andava oltre una passata di pomodoro, una marmellata, i fornelli di una cucina in disordine, i piatti ancora da lavare.” Da UNA NONNA È PER SEMPRE – Editoriale di Marco Schintu (Ufficio Pesi e Misure di Aristan)

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