NUVOLE PER DAYLAN


Editoriale del 13 giugno 2016

nuvole per daylan

Sdraiati a fumare sull’erba si guardava le belle ombre delle nuvole correre sulla pancia delle montagne, io e Daylan. Ingabbiato dai turchi dieci anni prima per attivismo politico ha abbandonato gli studi per entrare nella resistenza del PKK. Io l’ho conosciuto a Qandil, Iraq, un posto remoto che ospita l’addestramento militare e ideologico del partito. Spesso in quel cielo spuntano gli F-16 turchi che bombardano uomini e cose, soprattutto l’esperimento di socialismo libertario in corso nella municipalità. Sempre gli stati contro gli uomini. Con il grugno perso nel blu Daylan mi parlava della rivoluzione. I guerriglieri del PKK consegnano l’esistenza intera alla causa curda, dimenticano il proprio nome civile, lasciano le famiglie per sempre, abbandonano ogni piacere del corpo. L’oppressione genera sempre monaci guerrieri. “Il vero combattente è colui che dà tutto, tutto per la rivoluzione” mi aveva detto poche ore prima. Non è un affare nazionale, sa bene che le bandiere e il potere corrompono i sogni dentro i grandi salotti delle capitali. Come molti altri nella storia s’immagina parte di una breve, divampante scintilla di libertà. Tornerò sul suo giovane volto bruciato negli anni, per ricordarmi di quanto sono stato vivo, così maledettamente vivo. Per ricordarmi di come Daylan correva libero e perfetto sulla pancia delle montagne. Di quanto ciò somigliasse alla morte.

Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)


Io l’ho conosciuto a Qandil, Iraq, un posto remoto che ospita l’addestramento militare e ideologico del partito
(da NUVOLE PER DAYLAN editoriale di Luca Foschi)
l’addestramento del rivoluzionario – da Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971) diretto e interpretato da Woody Allen

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