Cerco proprio di immaginarli i quattro sfollati di Arquata e Accumoli che si preparavano nella notte di mercoledì per la prima alla Scala, invitati a corte a rappresentare l’amore del centro per la periferia. È stata una Madama Butterfly e il dress code suggeriva l’Oriente alle gentildonne, non meno di una seta color zaffiro. Ho pensato sarebbe stato bello arrangiarla fra le macerie, guanti e sciarpa al soprano e nessun obbligo d’eccellenza. Oppure fra le fornaci di Taranto, dove i denari per i cancherosi dell’Ilva sono rimasti fuori dalla finanziaria. C’è caldo c’è fretta e c’è freddo, sono tempi veloci, le calotte svaporano e Abbado agita la bacchetta nel regno bello dei morti. Rimane la carità di Stato e la memoria di un vecchio corpo sessantottino, che lo Stato se l’è mangiato. Una nota populista, ma solo perchè son certo che domani, con nuovi e vecchi barbari al potere, tutto sarà diverso. Con entusiasmo hanno spalancato i bastioni il popolo della televisione, i sansepolcristi del web e i nostalgici del sigaro castrista. E immagino, ancora, il presidente della repubblica Muti che strimpella in metropolitana, grato agli spiccetti. Giustizia, fantasia, uguaglianza, libertà, non vedo l’ora.
Luca Foschi
(Inviato di guerra da Aristan\ Aristan’s war correspondent)
È stata una Madama Butterfly e il dress code suggeriva l’Oriente alle gentildonne, non meno di una seta color zaffiro. Ho pensato sarebbe stato bello arrangiarla fra le macerie, guanti e sciarpa al soprano e nessun obbligo d’eccellenza.
(da LA VITA E’ FATTA A SCALA editoriale di Luca Foschi)
La vita è fatta a scale – da Il marchese del Grillo (1981) diretto da Mario Monicelli con Alberto Sordi e Paolo Stoppa