RAFFAELLO ANTICOVID: LA MADONNA A TREBLINKA


Editoriale del 10 novembre 2020

Una leggenda romantica tedesca, diffusasi soprattutto in Russia, sostiene che Raffaello, visitato da visioni mistiche, fosse un pittore ispirato direttamente da Dio. In special modo quando dipinse la Madonna Sistina della pinacoteca di Dresda. Sarà per questo motivo che Puskin e Turgenev, Goncarov e Florenskij si occuparono a lungo di questo quadro, dando ognuno un contributo originale alla sua interpretazione. Assai controversa se Dostoevskij lo considerava “la massima espressione del genio umano” e Tolstoj lo liquidò così: “Una ragazza ha partorito un bambino, tutto qui, che c’è di strano?”. Requisito dai sovietici dopo la liberazione della Germania dal nazismo, il quadro fu ammirato al museo Puskin nel 1955 da Vasilij Grossman (1905-1964), prima che tornasse per sempre a Dresda. Lo scrittore di “Tutto scorre” e “Vita e destino” ne fu folgorato al punto da scrivere un saggio intenso e originale, contenuto nel volume “Il bene sia con voi!”, edito da Adelphi, che vi consigliamo caldamente di leggere in questa fine anno in cui si spengono i clamori degli omaggi a Raffaello per il cinquecentenario della morte mentre resistono i miasmi mortiferi del Covid. Perché tale dipinto viene visto dallo scrittore come il balsamo dell’arte che medica il male del mondo. L’entusiasmo detta a Grossman un incipit da flano pubblicitario: “Soltanto questo quadro di Raffaello non morirà finché sarà vivo l’uomo. Ma forse, se anche l’uomo morirà, altri esseri che resteranno sulla terra al suo posto –lupi, ratti, orsi, rondini- verranno, camminando o volando, ad ammirare la Madonna”. La cui “maternità indifesa” gli appare come “il mistero della bellezza”, perché “il corpo e il viso della giovane donna altro non sono se non la sua stessa anima”. Tutta terrena e umanissima (quanto il bambino), nuova “come se ai sette colori dell’arcobaleno se ne aggiungesse un ottavo”, questa Madonna “rappresenta l’umanità del genere umano” e ognuno di noi può riconoscervi il proprio destino, “il legame con tutti coloro che vivono nel suo tempo, con chi ha già vissuto ed è scomparso, e con tutti quelli che verranno”. Turbato da un tumulto di emozioni disordinate, Grossman afferma che solo Hitler e Stalin potrebbero rimanere insensibili al fascino di una tale opera, che egli associa con le madri e i bambini di Treblinka, mentre si dirigevano alle camere a gas. Potente rappresentazione di un’umanità che trionfa sul furore di chi la stermina, senza però riuscire a sconfiggerla e a distruggerla.
Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote di Aristan)

“Turbato da un tumulto di emozioni disordinate, Grossman afferma che solo Hitler e Stalin potrebbero rimanere insensibili al fascino di una tale opera.”
Da RAFFAELLO ANTICOVID: LA MADONNA A TREBLINKA – Editoriale di Fabio Canessa (Preside del Liceo Olistico Quijote di Aristan)

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